In poche settimane si è registrato forte un incremento dei contagi di coronavirus nelle carceri. La situazione è rischiosa perché non ci sono criteri uniformi di monitoraggio del virus nei diversi penitenziari. Riccardo Arena spiega la situazione sul suo blog per il Post.
«Noi detenuti viviamo ogni giorno nelle terrore di essere contagiati dal virus e di morire qui dentro. Sì terrore, perché in queste celle sovraffollate è impossibile rispettare il distanziamento e non abbiamo mascherine o gel disinfettante. Terrore perché ci sentiamo abbandonati e la nostra incolumità sembra essere lasciata al caso. Ma perché in carcere non contano le regole per il Covid che valgono fuori?».
È questa una delle tante lettere inviate dalle persone detenute a “RadioCarcere”, rubrica in onda su Radio Radicale. Lettere in cui le parole “terrore” e “Covid” sono sempre più ricorrenti. Un terrore questo che è fondato e che trova conferma nella realtà dei numeri sui contagi nei penitenziari italiani. Numeri di contagi nelle carceri che dimostrano come la diffusione del virus sia aumentata a dismisura in soli tre mesi e con una rapidità senza precedenti. Un’impennata del virus dietro le sbarre che dovrebbe indurre, sia la politica sia chi è chiamato ad amministrare le italiche galere, ad intervenire prima che sia troppo tardi.
D’altra parte i dati, che non è mai facile reperire (ma la continuano a chiamare “trasparenza!”), parlano chiaro. Infatti se il 10 settembre c’erano solo 10 detenuti e 11 agenti positivi, alla data del 12 novembre risultavano contagiati 653 detenuti, 824 agenti e 66 operatori che lavorano nelle carceri. Totale: 1.543 positivi. Un numero di contagi che nelle carceri non si era raggiunto neanche durante la scorsa primavera e che è anche in continua evoluzione. E non solo. Quello che colpisce è la rapidità di diffusione del virus nei penitenziari. E questo perché, non solo in tre mesi si è passati da 21 contagiati a oltre 1.500, ma anche perché in poche settimane si è registrato un incremento dei positivi nelle carceri pari a quasi il 450% (il 27 ottobre risultavano contagiati 344 persone tra detenuti, agenti e operatori).
(Foto di Grant Durr su Unsplash)
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