Tra le varie strategie consigliate a chi sta cercando di perdere peso, il cosiddetto digiuno intermittente sta conoscendo un certo successo negli ultimi anni. Si tratta in sostanza di limitare l’assunzione di cibo a una certa finestra oraria della giornata, per esempio tra mezzogiorno e le otto di sera, digiunando (liquidi a parte) nel resto del tempo.
Un grosso studio da poco pubblicato sul New England Journal of Medicine non ha però trovato alcuna correlazione tra la limitazione oraria dell’alimentazione e la perdita di peso. Ciò però non vuol dire che il digiuno intermittente sia una strategia del tutto inutile, come vedremo più avanti (per questo abbiamo aggiunto quel di per sé nel titolo).
Nello studio in questione, spiega il New York Times, 139 persone con obesità sono state divise in due gruppi e osservate mentre seguivano una dieta ipocalorica per un anno. Il primo gruppo consumava i propri pasti in una finestra limitata della giornata (tra le 8 e le 16), mentre il secondo assumeva lo stesso numero di calorie senza limitazioni di orario.
Le donne mangiavano tra le 1.200 e le 1.500 calorie al giorno, mentre gli uomini tre le 1.500 e le 1.800. Per dare maggiore affidabilità allo studio, i partecipanti erano tenuti a fotografare ogni alimento che stavano per mangiare e a tenere un diario della propria dieta.
Nonostante le previsioni dei ricercatori fossero diverse, non è stato evidenziato alcun beneficio per chi ha seguito il digiuno intermittente. Entrambi i gruppi hanno perso peso, tra i 6 e gli 8 chili, ma senza alcuna differenza significativa tra i due regimi alimentari. Oltre al peso, risultati identici sono stati registrati anche per quanto riguarda le misure di circonferenza della vita, il grasso corporeo e la massa corporea.
Gli scienziati inoltre non hanno trovato differenze in fattori di rischio come i livelli di glucosio nel sangue, la sensibilità all’insulina, i grassi nel sangue o la pressione sanguigna.
Non si tratta del primo studio che mette alla prova il digiuno intermittente, spiega il Times, ma i precedenti erano spesso condotti su un campione troppo piccolo, per periodi di tempo inferiori e senza gruppo di controllo.
I risultati hanno molto sorpreso Ethan Weiss, ricercatore dell’Università della California che aveva guidato diversi esperimenti sul tema e, sulla base dei risultati, era diventato lui stesso un sostenitore del digiuno intermittente, arrivando per sette anni a mangiare solo tra mezzogiorno e le 8 di sera.
Già uno studio precedente aveva messo in crisi le sue convinzioni, ha raccontato al Times, ma aveva attribuito gli scarsi risultati alla sua durata limitata (solo tre mesi). Sembra però che nemmeno allungando il periodo di studio, aumentando il numero di partecipanti e inserendo il gruppo di controllo le cose siano cambiate.
Nonostante i risultati difficilmente discutibili di questa ricerca, secondo gli esperti di nutrizione è improbabile che le diete con limiti orari spariscano del tutto. Tale strategia, riducendo la fascia oraria in cui alimentarsi, potrebbe infatti aiutare le persone che hanno più problemi con le diete a non eccedere la quantità di calorie prescritte.
In ogni caso, lo studio in questione ha convinto del tutto Weiss sul fatto che il digiuno intermittente non offra alcun beneficio reale. «Ho ricominciato a fare colazione – ha detto –. La mia famiglia dice che sono molto più gentile».
(Foto di Kirill Tonkikh su Unsplash)
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