Nel dare attuazione a una sentenza della Corte costituzionale del 2020 sulle pensioni d’invalidità, l’Inps ha commesso un errore che ora si ripercuote sulle famiglie con disabilità che percepiscono il reddito di cittadinanza.

Quanto successo è sintetizzato da questo paragrafo contenuto su un articolo del sito web Superando: «La citata Sentenza 152/20 della Consulta, vale la pena ricordare, aveva portato due anni fa ad un aumento variabile delle pensioni percepite da persone con invalidità civile totale, ciechi civili assoluti e sordi (quest’anno poco più di 291 euro al mese), fino a un aumento massimo di 368 euro e non per tutti. A tal proposito l’Inps, nel rendere attuativo quanto disposto dalla Corte Costituzionale, aveva in un primo tempo conteggiato quegli aumenti nell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), che crescendo a propria volta avrebbe in pratica vanificato gli aumenti stessi».

L’errore è stato subito fatto notare dalle associazioni che si occupano di disabilità, ma il problema non è stato risolto e ora ha prodotto i suoi primi danni reali, in termini economici, che rischiano di ripetersi per i prossimi mesi se non si prenderanno da subito provvedimenti.

«Molte persone con invalidità civile al 100%, beneficiarie del reddito di cittadinanza, hanno trovato un importo ridotto o dimezzato sulla carta Rdc per il mese di gennaio – ha fatto notare il sito The Wam –. L’INPS ha sottratto le maggiorazioni sociali riconosciute, nel 2021, a chi ha ricevuto l’aumento dell’invalidità al 100%, dopo una storica sentenza della Corte Costituzionale. Ora quel taglio, se non sarà approvato un emendamento, verrà applicato ogni mese. Per tutti gli invalidi civili, danneggiati da questa situazione, significa di fatto vedersi azzerare un diritto riconosciuto dopo anni di battaglie in tribunale e petizioni che erano rimbalzate sul muro di gomma delle istituzioni. […] la strada per cancellare questa ingiustizia è in salita e potrebbe richiedere tempi lunghi. Questo significa altri mesi di sofferenza, attesa e, probabilmente, di altri tagli vergognosi sul reddito di cittadinanza».

La Fish aveva denunciato le iniquità contenute nel decreto sul reddito di cittadinanza già ai tempi della sua approvazione, nel 2019, per bocca del presidente Vincenzo Falabella: «Ai fini della concessione dell’erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza, il provvedimento è meno vantaggioso per i nuclei in povertà assoluta con persone con disabilità rispetto agli altri. Continuano inoltre ad essere computate le provvidenze assistenziali quale reddito familiare, e continua ad essere pressoché ininfluente la presenza di una persona con disabilità all’interno dei nuclei potenzialmente beneficiari delle nuove misure. Al di là, poi, dei gravi effetti pratici immediati, ancora una volta non si considera quello che è un elemento centrale nella costruzione delle politiche sociali, ovvero che troppo spesso la disabilità è causa di impoverimento e di conseguente esclusione sociale».

Ancora una volta saranno i diretti interessati, attraverso le associazioni che li rappresentano, a dover lottare per ottenere una riparazione all’ennesima ingiustizia che le istituzioni riservano loro.

«Quanto sta accadendo – ha dichiarato Falabella – è una situazione inaccettabile, rispetto alla quale dobbiamo ancora una volta registrare che si dà (meno) da una parte, per togliere (di più) dall’altra. Per questo intendiamo richiedere un intervento legislativo urgente, ovvero una proposta emendativa da inserire all’interno di un Decreto Legge di prossima emanazione, che modifichi i parametri utili alla concessione del Reddito di cittadinanza, alla luce dell’aumento delle pensioni di invalidità stabilito dalla Corte Costituzionale. […]

Come abbiamo già fatto nell’autunno scorso – ha concluso Falabella –, sul fronte delle pensioni di invalidità civile parziale e più recentemente sull’errore poi ammesso dall’INPS in relazione all’ISEE, siamo pronti sin da subito a fare tutto il possibile per rimediare a questa stortura. Non intendiamo infatti stare a guardare questo ennesimo attacco a famiglie costrette a vivere spesso ai limiti dell’indigenza. Dal mondo della politica ci attendiamo ora immediate risposte».

(Foto di Marcus Aurelius su Pexels)

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