L’intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente entrando a far parte della nostra vita quotidiana. È quindi importante comprendere come le persone reagiscono a questo cambiamento. Mentre molte ricerche hanno analizzato vari fattori relativi all’accettazione dell’AI da parte delle persone (per esempio il tipo di azione che si stava chiedendo all’AI, il fine individuale o collettivo, ecc.), un nuovo studio dimostra che i fattori individuali hanno un grosso peso nella comprensione dell’AI.

Lo studio rivela infatti qualcosa di sorprendente: le persone che conoscono meno l’AI sono generalmente più propense ad accettarla. È il cosiddetto “legame tra minore alfabetizzazione e maggiore ricettività”. I ricercatori lo hanno scoperto conducendo diversi sondaggi ed esperimenti con studenti, partecipanti online e persone di vari Paesi. Questo legame non riguarda il fatto che le persone pensino che l’AI sia molto potente, etica o che vada temuta. Sembra piuttosto che chi ha una minore conoscenza dell’AI tenda a percepirla come qualcosa di “magico” e provi un senso di meraviglia quando compie azioni che solo gli esseri umani possono svolgere.

Ciò ha sollevato preoccupazioni etiche, perché gli sviluppatori potrebbero sfruttare questa percezione. Le aziende sviluppatrici potrebbero infatti essere tentate di rivolgersi a chi ha un’alfabetizzazione inferiore in materia di AI perché più facilmente influenzabile dagli aspetti “magici” dell’AI, soprattutto quando quest’ultima svolge compiti che sembrano richiedere esclusivamente qualità umane. Ciò potrebbe portare alla creazione di prodotti che non sono necessariamente nell’interesse dell’utente, ma piuttosto che sfruttano la sua mancanza di conoscenze specifiche. I ricercatori sono chiari: questa potenziale vulnerabilità non deve essere sfruttata. Al contrario, è necessario un approccio più responsabile alla progettazione, che tenga conto della prospettiva dell’utente.

La ricerca evidenzia la necessità di trasparenza nello sviluppo e nel marketing dell’AI, e suggerisce come non sia etico presentare l’AI come una scatola nera imperscrutabile e incomprensibile. Ciò significa che gli sviluppatori e i responsabili marketing devono considerare il modo in cui presentano l’AI e sforzarsi di spiegarne le capacità e i limiti agli utenti, soprattutto a quelli con un livello di alfabetizzazione più basso.

Inoltre, la ricerca sottolinea che un approccio univoco allo sviluppo dell’AI è eticamente problematico. Gruppi diversi di persone risponderanno in modo diverso e il loro livello di alfabetizzazione deve essere preso in considerazione.

Sebbene il fascino dell’AI possa essere potente, è fondamentale assicurarsi che il suo potere sia usato in modo etico e responsabile, tenendo conto della diversità di conoscenze e percezioni degli utenti.

(Foto di Steve Johnson su Unsplash)

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