Una buona notizia su una questione di cui abbiamo parlato più volte su ZeroNegativo. Come riportavamo a marzo, infatti, c’erano stati significativi passi avanti per far rientrare il Regno Unito nel più importante programma di ricerca dell’Unione europea, Horizon Europe. Un programma che da solo vale 95 miliardi di euro, e che è alla base dei più importanti avanzamenti scientifici in diversi campi della ricerca in Europa.

Con l’uscita del Regno Unito dall’UE, era automaticamente saltata la possibilità del paese di partecipare al programma, lasciando il mondo della ricerca britannico (ma anche europeo) in uno stato di grande incertezza.

La notizia è che alcuni giorni fa è stato trovato un accordo tra le parti, e gli scienziati britannici potranno nuovamente accedere ai fondi di Horizon Europe. L’annuncio dell’accordo tra il Regno Unito e l’UE, ha spiegato Nature, ha rallegrato i ricercatori britannici. Ma al contempo è grande l’amarezza per ciò che la comunità della ricerca britannica ha perso mentre la politica era intenta a negoziare.

Secondo i termini dell’accordo, spiega Nature, il Regno Unito pagherà 2,6 miliardi di euro all’anno per essere membro “associato” di Horizon Europe per il resto dell’attuale durata del programma, che terminerà nel 2027. L’accordo introduce anche delle soglie che determinano l’importo aggiuntivo che il governo britannico dovrà pagare, o che gli sarà rimborsato, nel caso in cui i suoi ricercatori ottengano risultati superiori o inferiori alle aspettative (una condizione che non si applica ai paesi membri). L’accordo prevede anche che il Regno Unito rientri nel programma di osservazione della Terra Copernicus, ma non nell’organizzazione europea sull’energia nucleare Euratom.

I commenti raccolti da Nature riflettono tutti questa ambivalenza: sollievo e disappunto. «Tornare nel programma è positivo, ma è stato fatto un danno irreversibile», ha dichiarato John Hardy, neuroscienziato presso lo University College di Londra.

«L’uscita dal programma ha causato un danno alla scienza britannica. Abbiamo perso finanziamenti, collaborazioni e anche contatti con le università e i gruppi di ricerca dell’UE», ha detto Azeem Majeed, ricercatore presso l’Imperial College di Londra. «Ci vorrà tempo per ricostruire le collaborazioni con i partner», ha aggiunto.

Come dicevamo in apertura, l’accordo sembrava a un passo già nel 2020. Ma la successiva controversia sul commercio in Irlanda del Nord ha bloccato la trattativa. Sebbene la questione sia stata finalmente risolta a febbraio, l’accordo ha richiesto ulteriori mesi di lavoro.

L’attesa è stata dolorosa per gli scienziati britannici, che hanno espresso più volte la propria preoccupazione per i danni a lungo termine causati alla scienza e alla collaborazione scientifica.

Gli scienziati britannici, spiega Nature, compresi quelli che hanno ottenuto prestigiose sovvenzioni ERC (European Research Council) all’inizio del periodo di Horizon Europe, si sono trovati di fronte alla scelta obbligata tra rinunciare ai finanziamenti o trasferirsi in un’istituzione dell’UE per poter partecipare al programma.

Secondo gli scienziati, questo ritorno contribuirà a rendere il Regno Unito attraente per i ricercatori di tutto il mondo.

Ora che il Regno Unito non fa più parte dell’Unione Europea, però, non parteciperà alle discussioni sulle priorità del programma di finanziamento e sui bandi di finanziamento. Questa è una differenza fondamentale rispetto ai paesi membri, che invece possono fare pressione affinché i finanziamenti si concentrino sulle materie di loro interesse. Gli scienziati britannici avranno l’opportunità di fare domanda per i fondi solo una volta che saranno pubblicati i bandi.

(Foto di Matt Brown su Unsplash)

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