Che ruolo avranno le fonti di energia rinnovabili nella transizione del settore energetico verso la neutralità climatica? Lo spiega Francesco Suman su Valigia Blu.

Il settore energetico da solo è responsabile di quasi i tre quarti delle emissioni globali di gas a effetto serra che causano il riscaldamento globale. L’ultimo rapporto dell’IPCC pubblicato ad agosto mostra che la temperatura del pianeta è già cresciuta di 1,1°C rispetto all’era preindustriale. Secondo la Global Energy Review 2021 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), nel 2021 le emissioni prodotte dal settore energetico sono state 33 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. Per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050 sottoscritti dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e da altri paesi, dobbiamo ripensare le modalità con cui alimentiamo le grandi industrie, le modalità con cui produciamo l’energia elettrica, i sistemi di riscaldamento degli edifici, i carburanti con cui alimentiamo i trasporti.

Secondo quanto riporta Our World in Data (che si rifa alla Statistical Review of World Energy 2020 di BP), oggi quasi l’85% dell’energia che consumiamo nel mondo utilizza i combustibili fossili come fonte primaria, ovvero petrolio (33%), carbone (27%) e gas (24%). Le rinnovabili sono a poco più dell’11%, ma togliendo l’idroelettrico i soli fotovoltaico ed eolico sono ben al di sotto del 5%.

Rispetto alle percentuali mondiali, l’Europa è più avanti per quanto riguarda la penetrazione delle rinnovabili nel suo mix energetico (quasi al 20%) e mira a portarle entro il 2030 al 40% (includendo biocarburanti e idrogeno) con il pacchetto Fit for 55 del Green Deal europeo.

Per ridurre drasticamente le emissioni di CO2 del settore energetico occorrerà seguire due strade maestre. Una è quella dell’efficientamento energetico: le nostre tecnologie, i nostri dispositivi, i nostri edifici, a parità di servizi erogati, dovranno essere molto meno energivori. Nonostante le previsioni di crescita economica e demografica, nel 2030 il mondo dovrebbe consumare il 7% in meno dell’energia che consuma oggi, secondo il report Net Zero by 2050 (pag. 14) della IEA, su cui ritorneremo a breve.

La seconda strada è quella dell’elettrificazione di quanti più settori possibili: quello civile (il riscaldamento), i trasporti (la mobilità elettrica), il settore industriale, dove possibile. La visione d’insieme a livello globale si può avere da un altro rapporto della IEA, il World Energy Outlook 2021 pubblicato a ottobre. Tim Gould, chief energy economist dell’agenzia internazionale dell’energia ha commentato sulla sua pagina Twitter la più importante delle figure contenuta nel nuovo rapporto.

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(Foto di Chris Barbalis su Unsplash)

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