L’idea che ci sia una chiara divisione tra naturale e soprannaturale ci può sembrare ovvio nell’Occidente moderno, ma si tratta di uno sviluppo relativamente recente nel pensiero umano. Questa distinzione, spiega un articolo su Aeon, che è alla base della nostra attuale comprensione della scienza e del mondo, non è universale e affonda le sue radici in specifici contesti storici e culturali.

La rivoluzione scientifica del XVII secolo è spesso considerata un trionfo della scienza sulla religione, che segna l’inizio di un’era di secolarizzazione. Tuttavia, figure come Cartesio e Newton, protagonisti di questa rivoluzione, avevano una forte fede religiosa e consideravano Dio parte integrante dei propri sforzi scientifici. Per loro, le leggi della natura erano espressioni della volontà divina, e il mondo naturale non era separato dall’azione divina, ma piuttosto una sua manifestazione.

Fu solo nel XIX secolo, infatti, che si affermò l’idea di un approccio puramente naturalistico alla scienza, senza spazio per il soprannaturale. Thomas Henry Huxley, un biologo noto come “il mastino di Darwin”, è stato uno dei primi a utilizzare il termine “naturalismo scientifico”. Egli intendeva la scienza come un ambito intrinsecamente naturalistico e in opposizione alla teologia, che considerava intrinsecamente soprannaturale. Questa concezione si è affermata con lo sviluppo delle scienze sociali, che hanno cercato di spiegare la storia umana senza fare riferimento all’intervento divino.

Huxley e altri, come Auguste Comte e James George Frazer, presentarono una visione della storia in cui la conoscenza umana progrediva dal pensiero teologico primitivo, attraverso concetti metafisici, fino a raggiungere uno stadio finale di comprensione scientifica. Questa narrazione, tuttavia, non è supportata da prove storiche. Molti scienziati influenti, tra cui Faraday e Maxwell, avevano profonde convinzioni religiose. Inoltre, la documentazione storica dimostra che il concetto stesso di “soprannaturale” non era diffuso in molte culture, compresa la tradizione cristiana per molti secoli. Il termine e i suoi equivalenti erano assenti dagli scritti canonici fino al XIII secolo.

L’idea di una divisione tra naturale e soprannaturale, prosegue l’articolo, può essere fatta risalire al XIII secolo e agli scritti di Tommaso d’Aquino, che comunque non intendeva darne una divisione rigida. Il suo lavoro ha fornito il quadro per gli sviluppi successivi che hanno portato al concetto moderno di un mondo naturale autosufficiente che opera in maniera indipendente dal soprannaturale.

Il XIX secolo vide un’inversione di questa concezione. Naturalisti come Huxley si appropriarono dell’idea delle leggi di natura, compresa la loro immutabilità, ma ne eliminarono la base teologica. Le leggi della natura si sono trasformate da leggi imposte alla natura da Dio a leggi intrinseche alla natura stessa, eliminando di fatto la necessità di un creatore soprannaturale.

Questo revisionismo storico si è esteso anche alla comprensione della filosofia antica. L’idea che gli antichi greci siano stati i primi naturalisti a rifiutare le spiegazioni soprannaturali è una rilettura della storia molto semplicistica. In realtà, i filosofi presocratici ritenevano che il mondo fosse governato da poteri divini. Anche il cristianesimo, lungi dal sopprimere la scienza, contribuì in realtà a un’etica di naturalizzazione, allontanandosi dai numerosi dei e spiriti presenti nei sistemi di credenze precedenti.

È inoltre importante notare che queste narrazioni storiche sono spesso orientate verso la cultura occidentale. La fede nel soprannaturale era associata a nazioni “ignoranti” e “barbare”, riflettendo la mentalità coloniale del XIX e dell’inizio del XX secolo. Questo atteggiamento accondiscendente ha influenzato molti lavori scientifici basati sulla presunta neutralità del naturalismo.

Dunque, la concezione moderna di una netta separazione tra naturale e soprannaturale è un prodotto storico, il risultato di specifici sviluppi culturali e intellettuali. Non riflette necessariamente una verità universale né è il risultato del trionfo della scienza sulla religione. È piuttosto il risultato della trasformazione delle idee sulla natura del mondo e del soprannaturale nel corso del tempo.

(Foto di Rodion Kutsaiev su Unsplash)

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