Simone Biles, Naomi Osaka e Venus Williams sono le atlete che più di recente hanno denunciato i propri problemi di salute mentale. Si tratta di un passo importante per parlare di questo tipo di disturbi, non solo nello sport, senza la paura dello stigma. L’articolo di Valigia Blu.
“Tutti noi affrontiamo le sfide della salute mentale derivanti dalle inevitabili battute d’arresto e incertezze della vita. Viviamo anche in una cultura che glorifica l’essere maniaci del lavoro, dove i rischi di burnout sono spesso ignorati e dove, ammettiamolo, che tu sia dentro o fuori dal campo, vincere è tutto”. Sono le parole con cui la campionessa di tennis Venus Williams, dal New York Times dell’11 settembre, ha annunciato di volersi impegnare per destigmatizzare la sofferenza mentale. Seguendo e ammirando gli esempi di Naomi Osaka, Simone Biles, Michael Phelps e altri atleti, Williams ha rinforzato l’importanza di parlare delle difficoltà psicologiche che si vivono in determinati periodi o lungo il corso della vita. Comprendendo che “ammettere di essere vulnerabili non è uno scherzo”, ha esortato a chiedere aiuto, e, se è frustrante constatare che molte persone non riescano a raggiungerlo, diventa necessario agire per rendere più diffusi e accessibili i servizi di supporto e cura.
L’intervento di Venus Williams è l’ultimo in ordine di tempo quest’anno e arriva da un’atleta d’élite che non sta rinunciando a impegni di carriera a causa di problemi psicologici, che, tuttavia, riconosce la pervasività dello stigma sulla salute mentale e sceglie di impegnarsi attivamente per aumentare la consapevolezza sulla sofferenza psicologica e l’attenzione da parte della collettività.
Il tabù infranto dagli atleti
È in atto anche un cambiamento culturale all’interno del mondo sportivo, se pensiamo agli atleti che negli ultimi anni hanno raccontato le loro storie di disturbi mentali per contribuire alla destigmatizzazione di questa componente della salute ancora trascurata. Michael Phelps nel nuoto, Kevin Love nella pallacanestro, Brandon Marshall nel football americano, Mardy Fish nel tennis, hanno parlato di ansia, depressione, disturbo borderline di personalità, di stigma e di come le loro vite sportive e personali siano state condizionate, legittimando il discorso sulla salute mentale e incoraggiando alla richiesta di aiuto le tante persone e i fan che possono identificarsi in loro.
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(Foto di Kevin Mueller su Unsplash)
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