Ha fatto molto clamore il voto del Parlamento europeo a favore della sospensione totale della vendita di auto a benzina o diesel a partire dal 2035. La misura, proposta dalla Commissione europea, per essere definitiva deve ancora passare al vaglio del Consiglio dell’Unione europea, l’altro organo legislativo dell’UE. L’iniziativa fa parte del piano “Fit for 55” contro l’emergenza climatica presentato dalla Commissione un anno fa.

Ci si potrebbe chiedere se questo passaggio sia effettivamente positivo dal punto di vista dell’impatto ambientale. La risposta della comunità scientifica sembra essere decisamente positiva. Peter Newman, che da tre anni coordina il tema Trasporti nel Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), è piuttosto netto sul tema: «Se tutte le auto in circolazione fossero alimentate da energia elettrica rinnovabile, taglieremmo quasi un quinto delle nostre emissioni. Saremmo anche maggiormente in grado di fronte alle impennate del prezzo del petrolio legate alle guerre, respireremmo un’aria più pulita e avremmo città più tranquille».

Ma non c’è motivo di limitare il passaggio all’elettrico alle sole automobili. Importanti innovazioni stanno avvenendo anche nel settore dei trasporti pubblici elettrici, spiega Newman: tutti i veicoli terrestri con motore a combustione interna possono ora essere sostituiti da equivalenti elettrici. «Gli scooter elettrici sono sempre più comuni in molte città, offrendo alle persone un modo per fare brevi spostamenti in modo rapido ed economico. E anche le bici elettriche sono sempre più popolari tra i pendolari e le famiglie, che iniziano a preferirle all’acquisto di una seconda auto».

Non si tratta dunque di sostituire le auto a benzina e diesel con quelle elettriche, ma di sfruttare questa occasione per ripensare il trasporto urbano e diminuire la dipendenza dalle auto, che in molti casi possono essere sostituite da mezzi leggeri che non necessitano di grande manutenzione. «Se ci concentriamo solo sulle auto elettriche – scrive Newman –, finiremo per avere città sempre piene di auto, anche se non inquinanti. Prendendo in considerazione tutte le modalità di trasporto renderemo le nostre città più eque, sicure e sostenibili».

La questione è ovviamente complessa e, se anche l’alimentazione a batteria è indicata come la via da seguire per ridurre significativamente l’impatto ambientale dei trasporti, non significa che i mezzi elettrici siano in assoluto “puliti”. Come fa notare Earth.org, l’estrazione del litio, che sta alla base delle batterie moderne, è un processo molto nocivo per l’ambiente in termini di consumo di acqua, produzione di anidride carbonica e perdita di biodiversità, soprattutto nelle zone interessate (Argentina, Bolivia e Cile).

«Tuttavia – specifica l’articolo –, con il continuo miglioramento tecnologico delle batterie, i costi e le emissioni derivanti dalla loro produzione stanno diminuendo in modo consistente. Inoltre, le emissioni generate durante la produzione sono compensate nel corso della vita delle auto elettriche».

Un altro problema è il mix energetico che sta alla base della produzione dei mezzi e dell’elettricità con cui vengono ricaricate le batterie. Se l’energia proviene da fonti rinnovabili o a basso impatto ambientale, questo si rispecchia nella valutazione dell’impatto dell’automezzo. C’è poi il tema dello smaltimento delle batterie esauste, che anche l’Agenzia internazionale per l’energia indica come una delle priorità.

Per chiudere con una battuta, la strada è tutt’altro che in discesa, ma per risalirla molto meglio usare un mezzo elettrico che uno a benzina o diesel.

(Photo by Gabriella Clare Marino on Unsplash)

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