La crisi di governo, cominciata informalmente l’8 agosto e che potrebbe diventare ufficiale nella giornata di oggi, non mette a rischio solo l’aumento dell’Iva, la legge di bilancio dello Stato e una serie di altre scadenze relative alle regole europee. C’è di mezzo anche l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità.
Il problema dei decreti attuativi
Se infatti il 31 luglio era stato approvato il decreto correttivo al decreto legislativo n. 66 del 2017, la possibile fine prematura dell’attuale governo rischia di lasciare quella modifica inapplicata, perché non ci sarà tempo di pubblicare i decreti attuativi. Lo conferma il sottosegretario alla pubblica istruzione Salvatore Giuliano, in un’intervista pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 18 agosto: «Da un lato mancano le misure di accompagnamento, cioè la formazione del personale scolastico alla luce del profondo rinnovamento del piano educativo individualizzato. Dall’altro non sono partiti i gruppi territoriali per l’inclusione che prevedevano l’esonero della docenza per circa 450 insegnanti, gli “esperti” che avrebbero dovuto aiutare le scuole a elaborare il piano di inclusione degli alunni. Mancava pochissimo per organizzare tutto prima dell’inizio dell’anno scolastico».
Una riforma accolta positivamente
Il decreto correttivo aveva ricevuto pareri positivi dalle associazioni che si occupano di disabilità (ma anche critiche piuttosto articolate). Tra i primi si segnala quello di della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish): «Pur non avendo accolto tutte le nostre richieste – aveva detto Salvatore Nocera, presidente del comitato dei garanti della Fish – il testo approvato ha tenuto in considerazione le nostre proposte. Ora dovremo vedere i regolamenti attuativi. Le novità maggiori sono il ripristino del diritto delle famiglie di pretendere l’indicazione del numero delle ore di sostegno nel piano educativo individualizzato, cosa che il Decreto 66 aveva eliminato. La previsione di un certo numero di ore di formazione iniziale dei docenti riguardanti anche i docenti curriculari è un altro aspetto positivo. Si stabilisce il principio che anche loro devono farsi carico dell’inclusione. La precisazione che esiste il gruppo di lavoro per l’inclusione scolastica è un’altra importante novità». Più critico Roberto Speziale, presidente nazionale dell’Anffas (Associazione nazionale delle famiglie di persone con disabilità): «È vero che siamo riusciti a reintrodurre la norma secondo cui il sostegno viene definito nel gruppo di lavoro con la partecipazione delle famiglie, cosa che era scomparsa, ma è altrettanto vero che alla fine tutto sembra appannaggio del dirigente scolastico. Nel gruppo verrebbe decisa la necessità in termini quantitativi ma alla fine sarebbe il preside a decidere. Questa criticità resta e va segnalata».
Un’occasione mancata
Sempre la Fish si era espressa con parole di supporto rispetto alle attività di governo successive all’approvazione del decreto correttivo: «Nell’elaborazione [dei decreti attuativi] il Ministro potrà contare sull’apporto della Federazione e dell’Osservatorio MIUR. Sarà un’occasione in più da cogliere per affinare le concrete modalità operative di una disposizione che virtualmente dovrebbe migliorare la qualità dell’inclusione di molte ragazze e ragazzi con disabilità», aveva detto Vincenzo Falabella, presidente della Fish. «In questa occasione non possiamo che esprimere la speranza che il prossimo anno scolastico, grazie a nuove risorse ed attenzioni, inizi davvero lo stesso giorno anche per gli alunni con disabilità e quindi siano operativi da subito tutti i servizi e i sostegni necessari per la frequenza e per l’inclusione scolastica. Il che significa: il sostegno, il supporto all’educazione e alla comunicazione, l’assistenza igienica e materiale, il trasporto». Potrebbe trattarsi dell’ennesima occasione persa.
(Foto di Aaron Burden su Unsplash)