Secondo la legge, la quota di 8 per mille destinata dai contribuenti allo Stato dovrebbe servire per interventi straordinari in quattro settori specifici: lotta alla fame nel mondo, fronteggiare calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione dei beni culturali. Secondo una relazione del servizio del Bilancio del Senato, negli ultimi anni tali fondi sono stati utilizzati per finanziare l’adeguamento e messa a norma dell’edilizia carceraria, fronteggiare le spese di gestione della flotta aerea della protezione civile, per la copertura di disposizioni previdenziali degli iscritti al cosiddetto Fondo volo (il fondo pensionistico di piloti e assistenti di volo). Sono solo alcune delle voci di spesa che hanno contribuito a “definanziare” questo strumento di intervento.
Per cinque anni di fila (dal 2004 al 2009) esso è stato indebitamente utilizzato per la stabilizzazione economica, ossia coprire i buchi dei conti pubblici, per un totale di 435 milioni di euro. Nella finanziaria del 2008, invece, fu abolito un articolo che intendeva rifinanziare il fondo per la quota indebitamente sottratta, per fare fronte a nuovi capitoli di spesa, su tutti quello dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa, per 60 milioni di euro. Per il 2013, secondo quanto denuncia Pagina99, la situazione non sarebbe diversa dal passato: «Prima il provvedimento che sbloccava i pagamenti della pubblica amministrazione, poi il “decreto del Fare”, infine l’ecobonus, incentivi e agevolazioni per il risparmio energetico: prima dell’estate, e nel giro di poche settimane, quasi la metà dei fondi dell’otto per mille 2013 (65 milioni su oltre 169) era già stata dirottata su questi capitoli di spesa».
Il risultato è che dei 936 progetti ammessi ammessi al finanziamento (che quindi rispettano le caratteristiche di straordinarietà in uno dei quattro ambiti previsti dalla legge), solo quattro riceveranno i soldi, perché della torta sono rimaste solo le briciole, ossia poco più di 400mila euro. Quattro le onlus a cui saranno assegnati i pochi fondi rimasti, ossia «Vis (volontariato internazionale per lo sviluppo), Medicus mundi Italia, il gruppo “missioni Africa” e l’associazione “Persone come noi”, che con quei soldi finanzieranno progetti di sviluppo, sicurezza alimentare e riduzione della povertà nelle regioni africane». Al momento si registra la presentazione di uno schema di decreto per l’assegnazione dei contributi 2013 e l’impegno espresso dal governo a ripristinare, con la legge di stabilità, i fondi destinati ad altre finalità. Pochino per illudersi che un’inversione di tendenza sia alle porte. Staremo a vedere.
Piccola considerazione a margine: in Italia al momento i due “per mille” in vigore soffrono esistenze burrascose e controverse. Fondi che vengono tagliati, altri che sono dirottati come abbiamo visto. Chissà se sarà altrettanto travagliata la vita del 2 per mille da destinare al finanziamento dei partiti, che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi anni. Saremo maliziosi, ma pensiamo che in quel caso andrà tutto liscio.