di Paola Tursi*
Qualche mese fa la richiesta di una cliente mi ha molto colpito: voleva una consulenza per dare “nuova vita” alla sua stanza da letto. A seguito di nuovi eventi nel suo quotidiano e a causa di antichi dissapori con i suoi vicini di casa, confinanti proprio con la sua camera, aveva bisogno di riprenderne il possesso, abbandonando finalmente la sensazione di sentirsi accerchiata nel suo luogo intimo. Naturalmente non avremmo potuto agire sulle cause esterne del suo malessere, cambiando il vicinato, ma siamo riuscite a modificare quell’angolo della casa che aveva fin troppo trascurato, chiarendo la sua visione e individuando cosa fosse possibile e desiderabile ottenere da quell’ambiente.
La sua esigenza mi ha spinto a delle riflessioni. Cosa ci succede quando viviamo in un ambiente che non supporta le nostre azioni? Come ci sentiamo quando la stanza che dovrebbe infonderci serenità e relax ci impedisce di goderci momenti piacevoli?
Anche se non ce ne rendiamo conto fin da subito, viviamo male, ci sentiamo a disagio e siamo braccati da tutto quello che ci circonda. Pian piano ci rendiamo conto che più di qualcosa non funziona, ma non sappiamo come risolvere lo stallo o forse non lo associamo subito all’ambiente circostante. Va da sé, purtroppo, che meno ci curiamo del nostro spazio, peggio staremo.
Riflettendo più attentamente, potremmo scoprire che queste emozioni negative derivano da un accumulo di decisioni non prese. Inevitabilmente la nostra vita subisce dei cambiamenti, ma difficilmente accettiamo di cambiare le nostre abitudini. Accumulare e stratificare cambiamenti senza prenderne consapevolezza, non adeguando i nostri spazi alle nuove esigenze, ci porta a subirli, senza sfruttarli come vorremmo.
Decidere, nella stanza da letto, ad esempio, significa scegliere se quel dato oggetto, indumento o mobile, svolge ancora una funzione utile per noi e supporta quello che vogliamo fare in quella stanza. Decidere di liberarsi del superfluo, essendo capaci di lasciar andare le cose che veramente non ci servono, aiuta a sbrogliare la matassa, a vedere gli ambienti più liberi e a riconoscere le nuove potenzialità che racchiudono. Aumenta la nostra capacità di aprirsi al nuovo e di slegarsi da vecchie dinamiche saldamente radicate.
Una delle azioni più comuni è quella di iniziare a organizzare gli spazi e gli oggetti senza però sapere perché si stanno organizzando e se serviranno a qualcosa. “Non si sa mai” è la risposta più ovvia, ma così non si fa altro che rimandare la decisione al prossimo momento in cui non sapremo più come muoverci. E generalmente arriva molto presto. Inizialmente può sembrare di avere più controllo sulle situazioni, ma in realtà, paradossalmente, così facendo è più facile perderlo che mantenerlo.
Ciò che inganna la nostra mente e ci frena dal compiere questo tipo di scelte è pensare che prendere decisioni sia troppo faticoso e che sia più facile mantenere lo spazio per quello che è.
Quello che si sottovaluta in questo caso, è il dispendio di energie da impiegare per questo mantenimento: dover continuamente spostare oggetti per farsi largo, perdere tempo a cercare le cose, spendere soldi per acquistare mobili e contenitori per stipare quello che non ci serve. Eppure consideriamo questa enorme fatica come una condizione normale, come se non ci costasse niente.
Non appena la mia cliente si è resa conto di tutto questo, il suo entusiasmo per i cambiamenti che avremmo apportato è diventato contagioso. Finalmente stava scegliendo cosa fare di quel luogo e come voleva viverlo, senza farsi condizionare dalle vecchie abitudini. Seguendo il suo nuovo filo rosso, tutti i tasselli sono andati facilmente al loro posto e la stanza oggi è molto accogliente. La sua soddisfazione, inoltre, aumenta ogni volta che racconta della sua ritrovata camera da letto.
* Paola Tursi è una professional organizer, membro dell’Associazione professional organizers Italia
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