In un mondo in cui le scelte alimentari e il loro impatto sono sempre più al centro dell’attenzione, l’Unione Europea ha dichiarato a promuovere un sistema alimentare più sostenibile, come dimostra la strategia Farm to Fork, parte integrante del Piano europeo per il Green Deal. Ma come si riflette questo impegno nella vita quotidiana dei cittadini europei? Una recente pubblicazione offre un quadro dettagliato del settore agroalimentare, dalla produzione al consumo, grazie a una serie di dati raccolti da Eurostat.

L’analisi parte dalla produzione nel settore dell’agricoltura e della pesca, mettendo in luce il ruolo fondamentale della Politica agricola comune (PAC) nel sostenere gli agricoltori e promuovere pratiche sostenibili. Nel 2023, l’UE ha prodotto 272 milioni di tonnellate di cereali, 161 milioni di tonnellate di latte crudo e 20,6 milioni di tonnellate di carni suine. In questo contesto, l’Italia svolge un ruolo fondamentale, essendo il principale produttore di frutta (in particolare uva) e il primo produttore UE di formaggi non processati (cioè senza senza aggiunta sale, emulsionanti o coloranti).

Il settore della lavorazione di alimenti e bevande è un settore chiave, con 309 mila aziende che impiegavano 4,7 milioni di persone nell’UE nel 2022. La Germania si distingue come il Paese con la quota più alta sia di occupazione, sia di valore aggiunto nel settore.

L’attenzione si sposta poi su commercio, trasporti e distribuzione, evidenziando il ruolo dell’UE nel mercato globale. Nel 2023, l’UE ha registrato un’eccedenza commerciale di prodotti agricoli, della pesca e di alimenti e bevande, con esportazioni che hanno raggiunto i 220 miliardi di euro e importazioni che si aggiravano intorno ai 178 miliardi di euro. I Paesi Bassi sono il maggiore esportatore netto (la maggior parte dei prodotti agricoli importati da altri continenti passa per il porto di Rotterdam prima di essere distribuita nel resto d’Europa), mentre la Germania ha il maggiore deficit commerciale. Il trasporto su strada svolge un ruolo fondamentale nella distribuzione di questi prodotti: si stima che nel 2023 siano state trasportate 1,3 miliardi di tonnellate di prodotti agricoli, forestali e della pesca e 1,6 miliardi di tonnellate di prodotti alimentari, bevande e tabacco da veicoli pesanti.

Infine, l’analisi si concentra sui consumi e sulle questioni ambientali. Nel 2022, i cittadini dell’UE hanno speso in media 3.980 euro per alimenti, bevande e servizi di ristorazione, il 14,7% in più rispetto al 2021. Tuttavia, questa quota varia notevolmente da un Paese all’altro: la Romania registra una delle quote più alte (30,3%), mentre la Germania registra una delle più basse (17,1%). La pubblicazione affronta anche tematiche ambientali, come l’uso di fertilizzanti e pesticidi, le emissioni di gas serra derivanti dall’agricoltura e gli sprechi alimentari, evidenziando l’impegno dell’UE per promuovere un sistema alimentare più sostenibile.

I dati presentati da Eurostat offrono una visione completa della catena alimentare europea e forniscono indicazioni preziose per i decisori politici, le imprese e i cittadini. Comprendere queste dinamiche è fondamentale per affrontare le sfide e le opportunità del settore agroalimentare e costruire un sistema alimentare più sostenibile ed equo per tutti. Tuttavia, è importante notare che, per quanto completo, il rapporto non restituisce tutta la complessità e i potenziali inconvenienti dell’attuale sistema alimentare. Si potrebbe sottolineare lo spazio limitato dedicato agli impatti ambientali dell’agricoltura intensiva, come il degrado del suolo e la perdita di biodiversità, e alle preoccupazioni etiche legate alla produzione animale su larga scala.

Inoltre, l’enfasi del report su indicatori economici come le eccedenze commerciali potrebbe far passare in secondo piano le implicazioni sociali della produzione e della distribuzione del cibo, comprese le questioni della sicurezza alimentare e dell’accesso equo. Anche la concentrazione di potere nel settore della trasformazione alimentare e la qualità nutrizionale degli alimenti trasformati sono aree che meriterebbero un esame più approfondito. Sebbene il rapporto tocchi le questioni ambientali, un’analisi più dettagliata dell’efficacia delle politiche di sostenibilità e delle cause sistemiche dello spreco alimentare fornirebbe un quadro più completo. Sebbene i dati di Eurostat offrano una panoramica preziosa, è fondamentale considerare questi potenziali limiti e integrare l’analisi con ulteriori ricerche e prospettive critiche.

(Foto di Erwan Hesry su Unsplash)

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