Da qualche tempo, in Italia, sembra che qualunque cosa e chiunque sia toccato dalla politica subisca un processo di corruzione (in senso lato, non solo giuridico) che ne diminuisce il valore e l’apprezzamento da parte della collettività. Non è accaduto all’ex ministro della Cultura Massimo Bray, che dalla pur breve esperienza di governo ha tratto le energie e gli strumenti per dare vita a un’associazione che si occupi della tutela del patrimonio culturale italiano: La cultura che vince. L’hashtag corrispondente ha iniziato a girare già da qualche tempo su Twitter e su altri social network, proprio a supporto di iniziative che hanno consentito (grazie anche all’impegno diretto di Bray) di ottenere fondi per la riqualificazione dei tanti tesori sparsi sul territorio italiano. Nei dieci mesi di esperienza alla guida del dicastero, Bray ha avuto la possibilità di viaggiare per il Paese e conoscere meglio le tante realtà locali che meritano l’attenzione (e l’impegno economico) delle istituzioni. A quanto pare, il suo viaggio e il suo interesse non si sono fermati dopo la fine dell’esperienza politica. Bray ha anzi sfruttato quel momento di estrema visibilità (e il consenso accumulato nel corso del suo mandato) per proseguire nel progetto, che ora, dopo una serie di singole iniziative, arriva a strutturarsi come associazione.
L’idea è quella di attrarre l’interesse di tutti coloro che a vario titolo si occupano di tutela del patrimonio culturale e creare una rete in cui poter diffondere, in maniera orizzontale, una serie di best practices su questo tema. Se è vero, come scrivevamo tempo fa su ZeroNegativo, che non è sulle spalle dei volontari che può poggiare il futuro della cultura in Italia, il fatto di creare una rete può essere un modo per mettere in connessione le tante professionalità sparse per il territorio. La condivisione delle conoscenze e le opportunità di collaborazione possono essere un’ottima base per ottenere risultati importanti, come lo sblocco di fondi da parte della politica.
La parola chiave è aggregazione: «#laculturachevince è diventata un’associazione il cui fine è di aggregare tutti coloro che credono nella cultura – scrive Bray sullo Huffington Post –, che inventano e innovano, per tentare di dare loro una rappresentanza e dimostrazione di esistenza, nonostante il degrado e le ferite laceranti presenti nel nostro paese. Le vogliamo aggregare, rappresentare e far operare in sinergia, facendo rete e mettendo in condivisione esperienze e pratiche vissute per costruire un patrimonio comune, in cui tutti si possano riconoscere. Vogliamo cercare di far questo, definendo una piattaforma multimediale che raccolga e recensisca tutte le buone pratiche di chi è impegnato nel mondo della cultura. Un modello wiki, incrementato da tutti coloro che partecipano al progetto e da un team “redazionale” capace di coordinare i materiali, che arricchiranno il database: un luogo virtuale, ma fortemente legato alla realtà attuale, di chi vuole far conoscere le buone pratiche verso la cultura e i beni comuni presenti in ogni territorio italiano e condotte da enti locali, associazioni, cittadini, che si impegnano e credono che un’Italia diversa da quella descritta ogni giorno nei telegiornali o nei quotidiani, esiste e lavora».
Lavorare sul concetto di rete, insomma, sia nel senso più concreto del termine – persone che lavorano assieme –, ma anche sfruttando le possibilità offerte dalle piattaforme partecipative. Si attende a breve la pubblicazione del sito internet dell’associazione, in cui sia spiegato in che modo prendere parte attivamente al progetto. Nel frattempo, è già attiva la pagina Facebook, aggiornata continuamente. Attendiamo fiduciosi i prossimi sviluppi dell’iniziativa, che fin dall’inizio sembra poggiare su energie e intenzioni molto positive.