Vi fidereste di uno che si occupa, senza fare troppa distinzione, di yoga demenziale, energie rinnovabili, arte, sesso, salute e informazione? Noi sì, perché a tutto questo (e molto altro) si riallaccia l’attività del poliedrico Jacopo Fo. Uno che non si è mai risparmiato nel suo impegno a portare nell’ambiente mediatico e artistico un pensiero fresco, libero, ottimista, critico. In questi giorni, Fo ha lanciato sul suo blog un’iniziativa carica del suo solito inguaribile entusiasmo. Il titolo del post è emblematico: “Dobbiamo incontraci e ballare insieme per salvare il mondo”. Il punto di partenza è molto semplice: c’è un insieme di persone che la pensa allo stesso modo su una serie di temi (energia, cultura, economia, ecc.), ma affinché queste visioni comuni del mondo possano esprimersi pienamente manca una cosa fondamentale: la connessione. Si tratta di tutta quell’area di pensiero che non si riconosce negli attuali partiti, né in altri centri di potere pesanti e obsoleti. La rete sta facendo molto per creare piccole nicchie molto specializzate con legami molto stretti. Ma è come se ci stessimo tutti preparando a una rivoluzione senza fare una mossa.

I grandi cambiamenti hanno bisogno di persone che stanno vicine, si conoscono, stabiliscono rapporti di collaborazione basati sulla fiducia. E, insieme, provano a rendere questo mondo più simile a come lo vorrebbero. Da qui la proposta di Fo, semplice quanto potente: incontriamoci. Lo spazio ce lo mette lui, e sarà il territorio della Libera Repubblica di Alcatraz, Gubbio (Pg), in cui l’artista gestisce la propria attività. L’incontro è previsto nei giorni tra il 4 e il 10 luglio. Chiunque è invitato a partecipare, ci sarà la possibilità di piantare una tenda, saranno forniti acqua e servizi essenziali, spazi coperti, un impianto per la musica. «Stiamo insieme una settimana e vediamo che cosa esce fuori». Più onesti di così. A noi, che di associazionismo ci occupiamo da molto tempo, l’idea piace. Capiamo la volontà di Fo di stare lontano da dinamiche che troppo spesso inquinano il volontariato e i sodalizi che nascono con gli intenti più nobili. Forse per contraltare bisognerà pagare il pegno dell’inesperienza. Ma ci sentiamo vicini alla causa, e quindi la supportiamo. Anche noi ci troviamo a fare i conti con la nostra “community” di 7mila soci, coi quali cerchiamo di comunicare attraverso tutti i canali possibili. Provare a far pensare è l’obiettivo che da tempo ci siamo posti, prima col giornale “A tu per tu”, poi con la newsletter, e ora con questo blog. E se a questo si aggiungesse un’occasione di stare assieme in maniera più stretta, beh, tanto di guadagnato. Aiuterebbe forse a dare un canale di espressione e una forma più precisa a quella che è già, potenzialmente, una massa critica.