Nonostante il numero di professioniste in ambito sanitario continui a crescere di anno in anno, la quota di donne che ricoprono incarichi di vertice nelle aziende sanitarie o ospedaliere rimane ancora molto bassa. L’analisi di Openpolis.

Secondo l’ordine dei medici e degli odontoiatri, nel 2022 per la prima volta il numero di donne medico sotto i 70 anni ha superato il numero di uomini (50,9%). Un dato che cresce al diminuire dell’età. Già lo scorso anno infatti il numero di donne superava quello di uomini considerando la fascia sotto i 65 anni.

Il rapporto arriva a quasi 2 su 3 se si considerano gli iscritti all’albo compresi tra i 40 e i 44 anni di età.

Eppure questa crescita si riflette solo limitatamente sui vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere. Come spesso accade infatti, la crescita della presenza femminile in certi settori non implica di per sé un aumento parallelo delle donne che in quegli ambiti ricoprono ruoli chiave.

I vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere

Le aziende sanitarie (Asl) e ospedaliere (Ao) sono le strutture amministrative del sistema sanitario più prossime al cittadino. Oltre ad essere le realtà che offrono nella pratica quotidiana le prestazioni.

In tutti i vertici aziendali di queste strutture devono essere presenti un direttore generale (Dg), un direttore sanitario e un direttore amministrativo. In alcuni casi previsti da norme nazionali e regionali, al posto del direttore generale può essere temporaneamente nominato un commissario (e in alcune regioni anche dei sub commissari con deleghe al settore amministrativo o a quello sanitario).

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