Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, ha presentato alla Camera la Relazione al Parlamento 2021. «Le persone private della libertà hanno il diritto che il tempo loro sottratto abbia una finalità costruttiva». L’articolo di Redattore Sociale.

[Il 21 giugno] il Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha presentato alla Camera dei Deputati la Relazione al Parlamento 2021.

Nel suo intervento, il presidente Mauro Palma ha riassunto i punti principali delle più di 400 pagine della Relazione consegnata ai Presidenti delle Camere, affrontando i diversi ambiti di intervento del Garante nazionale: dalla detenzione penale a quella amministrativa delle persone migranti, dalla privazione della libertà in ambito sanitario alla custodia nei luoghi delle Forze di Polizia, fino ad arrivare alla possibile perdita di autodeterminazione di persone anziane o disabili ospiti in residenze sanitarie assistenziali.

Per il Garante nazionale, «il filo che tiene unite situazioni fra loro così diverse è il rischio di una minore effettività dei diritti delle persone ristrette». Proprio per questo, «è necessaria l’azione di un Garante, che entri, veda, esamini la situazione e intervenga per cooperare al superamento delle criticità riscontrate, prevenendo il loro riproporsi».

Un punto centrale dell’intervento del Presidente Palma è l’individuazione – quale diritto soggettivo di ogni persona privata della libertà – del reale perseguimento dell’obiettivo in base al quale la sua situazione di restrizione si è determinata. Un diritto che si accompagna alla necessità che il tempo di collocazione in strutture privative della libertà non sia soltanto tempo sottratto alla vita.

«Per esempio, in ambito penale – precisa –, la finalità rieducativa che la Costituzione assegna alle pene non costituisce soltanto una indicazione per le politiche penali: è un vero e proprio diritto della persona in esecuzione penale, in particolare se detenuta, che deve vedere il tempo che le è sottratto come tempo non vuoto, ma finalizzato a quell’obiettivo che la Costituzione indica».

«Analogamente, la persona temporaneamente ristretta in una struttura per un trattamento psichiatrico non volontario deve vedere azioni effettive tese al superamento di tale condizione e al suo inserimento all’interno di una complessiva presa in carico del proprio caso».

Continua a leggere su RedattoreSociale

(Foto di Robert Klank su Unsplash )

Ricordati di farlo

Lo sai che puoi destinare il 5 per mille dell’IRPEF all’Avis di Legnano? Basta inserire il nostro codice fiscale al momento della dichiarazione. Useremo i proventi per fare ancora meglio ciò che facciamo da sempre.

È spiegato tutto qui