Uno degli aspetti più controversi delle politiche europee è la gestione dei confini dell’Unione, spesso criticate da chi si occupa di diritti umani. Con la guerra in Ucraina si è però arrivati in pochissimo tempo a usare lo strumento della protezione temporanea, pensato proprio per casi come questo. Ne scrive Eleonora Camilli su Redattore sociale.

Una decisione storica che segna un precedente importante per la protezione di chi scappa da una zona di conflitto: per la prima volta l’Unione europea applicherà la direttiva 55/2001, elaborata all’indomani della guerra del Kosovo per i casi di “afflusso massiccio di sfollati” per far fronte alla crisi in Ucraina. La decisione è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri dal Consiglio europeo, riunito per analizzare la proposta elaborata dalla Commissione. Nella pratica si concederà una protezione immediata e temporanea ai profughi in fuga: il titolo di soggiorno avrà una validità di un anno, rinnovabile. Questi potranno lavorare e andare a scuola, ottenere un alloggio adeguato, ottenere assistenza sociale, sostegno economico e cure mediche. I minori avranno diritto all’istruzione al pari dei cittadini del paese ospitante.

Ma è il nodo dei possibili beneficiari della protezione temporanea ad aver creato momenti di tensione durante la sessione del Consiglio. Nella formulazione finale si precisa che saranno ammessi i cittadini ucraini e i cittadini di paesi terzi che in Ucraina avevano già un tipo di protezione internazionale. A questi si aggiungono gli stranieri lungo soggiornanti nel paese. Ma in quest’ultimo caso, dopo un braccio di ferro con i paesi di Visegrad e l’Austria, si è deciso di permettere la discrezionalità della scelta ai singoli Stati, che potranno cioè applicare la direttiva 55/2001 oppure le normative nazionali in tema di asilo. Non sono inclusi, invece, i migranti con permesso temporaneo, tra questi i tanti studenti africani che da anni si formano nelle università ucraine.

La decisione del Consiglio è stata salutata con favore dall’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi. “La decisione odierna dell’Unione Europea di offrire protezione temporanea ai rifugiati in fuga dall’Ucraina non ha precedenti. Fornirà protezione a milioni di persone in movimento. Incoraggiamo la sua rapida e ampia applicazione” ha scritto in un tweet. Stando ai dati aggiornati al 3 marzo sono già 1,2 milioni le persone in fuga dall’Ucraina, in una settimana, dal 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’offensiva russa.

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(Foto di Elena Mozhvilo su Unsplash )

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