Da un certo punto di vista, siamo tutti un po’ nostalgici. Possiamo ricordare con nostalgia esperienze personali alle quali colleghiamo sentimenti positivi. Ma la nostalgia si può manifestare anche rispetto a questioni che non si sono vissute in prima persona, legate al racconto di un passato “più prospero”, o di tradizioni culturali perdute. Quando ci si sposta su questo secondo piano, le cose si fanno più delicate, anche perché talvolta i fatti o gli avvenimenti a cui si fa riferimento non sono mai accaduti, o non l’hanno fatto nei termini del racconto nostalgico.
La politica conosce bene il potere che questo tipo di emozioni possono generare nelle persone, e quindi fa spesso ricorso a retoriche nostalgiche per fare presa sull’elettorato. Il passato, nell’economia della retorica politica, è importante tanto quanto il futuro. Fin dalla nascita del nazionalismo, a tenere unite le popolazioni era un’idea di passato condiviso.
La ricerca su questo tema continua a produrre risultati interessanti, specie in questo periodo in cui molti paesi, europei e non, stanno scegliendo di essere governati da partiti conservatori, per definizione più propensi a fare riferimento alla restaurazione del passato.
In realtà però, i riferimenti nostalgici nei programmi e nei manifesti elettorali sono piuttosto trasversali. Lo raccontano su The Conversation due ricercatori, Stefan Müller e Sven-Oliver Proksch, che hanno appena pubblicato uno studio su questi temi, in cui hanno esaminato la misura in cui i partiti politici sfruttano la retorica nostalgica nelle loro campagne, analizzando 1.650 manifesti elettorali in 24 democrazie europee tra il 1946 e il 2018.
«I manifesti elettorali, per definizione, contengono soprattutto promesse per il futuro – scrivono i ricercatori –. Ma abbiamo anche scoperto che, in media, circa il 10% di un manifesto elettorale è dedicato alla trattazione del passato».
Dalla ricerca è emerso che i partiti dell’Europa centrale e orientale e dell’Europa meridionale sono più nostalgici di quelli dell’Europa settentrionale e occidentale. Il manifesto medio dell’Europa centrale e orientale comprende 44 frasi nostalgiche ogni 1.000 frasi, mentre nell’Europa occidentale e settentrionale ne contiene meno della metà.
Molti dei partiti più nostalgici del continente sono classificati come nazionalisti dai ricercatori del Manifesto Project. Tra gli esempi di partiti nazionalisti molto nostalgici ci sono Tutti per la Lettonia, l’Unione Popolare Estone, Alba Dorata in Grecia, i Democratici di Svezia e il Rassemblement National francese (ex Front National). Ma la retorica nostalgica è evidente in tutto lo spettro politico ed è stata riscontrata in otto manifesti su dieci, in una forma o nell’altra.
La retorica nostalgica si rivolge a temi culturali molto più frequentemente che a temi economici. Questo, secondo i ricercatori, rivela che la nostalgia viene usata come strumento. I partiti sembrano utilizzare strategicamente riferimenti nostalgici e scelgono di concentrarsi sul passato, sul presente o sul futuro quando parlano di un determinato argomento, a seconda del contesto politico.
Altre ricerche mostrano che i partiti tendono a inquadrare le politiche educative, economiche e ambientali con un’attenzione al futuro, mentre le politiche di sicurezza, immigrazione e difesa sono più spesso riferite al passato.
L’uso della nostalgia, secondo gli autori, potrebbe essere visto come un espediente per mascherare il fatto che un partito non abbia soluzioni o proposte concrete per il futuro del paese che si candida a governare. Data la propensione alla nostalgia che si riscontra nella maggior parte delle persone, potrebbe anche essere uno strumento narrativo per accompagnare l’introduzione di politiche potenzialmente controverse.
Ricerche su politiche come il controllo delle armi, l’immigrazione e la giustizia sociale dimostrano che gli elettori possono essere influenzati in direzioni che normalmente non prenderebbero se viene loro presentato un messaggio nostalgico.
Piuttosto che condannare l’uso della retorica nostalgica in chiave elettorale, gli studiosi suggeriscono che i partiti più progressisti sui temi sociali trovino un modo per utilizzarla a fini positivi. In ogni caso, visto che una parte rilevante della società prova sentimenti nostalgici, è improbabile che tali messaggi scompaiano presto.
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