L’anno scorso abbiamo provato ad affidare i nostri desideri alla befana (prima qui e poi qui), che non deve aver letto molto bene, o aveva troppo da fare, o forse abbiamo riposto in lei troppe speranze. Volendo lasciare Babbo Natale ai suoi improrogabili impegni, dovendo egli soddisfare i desideri di milioni di bambini di tutto il mondo, proviamo a lasciare un messaggi alla sua renna più famosa, quella col naso rosso: Rudolph.

Caro Rudolph, mettici per favore al riparo dai vari milleproroghe di fine anno. Ora va di moda cambiare nome ai provvedimenti, li chiamano “Salvaquesto” e “Salvaquello”, ma si tratta pur sempre dei soliti miscugli in cui si distribuiscono finanziamenti a pioggia per le attività più diverse, senza alcuna coerenza e in una direzione sconnessa e tortuosa. Norme in contrasto l’una con l’altra, che tappano buchi qua è là, e che si mangiano anche quelle buone, come quella sugli “affitti d’oro”, che avrebbe permesso allo Stato di recedere con un solo mese di anticipo dai contratti di affitto a prezzi da capogiro che spesso (per chissà quale motivo) firma. Parla con quelli giusti, Rudolph, che ci spieghino esattamente cosa sarà delle province, che ora spariscono, o forse cambiano solo nome, diventano “città metropolitane”, perché per abolirle davvero bisogna cambiare la Costituzione, e allora ci viene il sospetto che i due enti dovranno coesistere e finiremo con l’avere un soggetto in più, invece che uno in meno.

Ti chiediamo, Rudolph, una stampa meno libera. Sì, andiamo controcorrente. Perché non è possibile che essere ai margini delle classifiche mondiali della libertà d’informazione quando poi i giornalisti italiani sono in realtà liberi di scrivere quello che gli pare, spesso baggianate, senza che nessuno dica loro nulla. La verifica della notizia è diventata un optional, la polemica la regola, alzare i toni un must. Tutto ciò vuol dire che di libertà ce n’è pure troppa, vediamo di dare una regolata. Ti chiediamo, caro Rudolph, di fare in modo che Pompei continui a esistere, e che si trovino modi creativi ed efficaci di assicurarne la manutenzione, affinché continui a essere uno dei siti di maggiore interesse per turisti e viaggiatori di tutto il mondo. Che il loro ricordo della visita sia legato al fascino della storia e non alla constatazione indignata dello stato di abbandono. Fa’ in modo che i bronzi di Riace, ora che sono tornati nel museo archeologico di Reggio Calabria, non siano più dimenticati chissà dove, com’è successo negli ultimi anni in cui giacevano “sdraiati” nella sede del Consiglio regionale calabrese. Che facciano anche da noi gli stessi numeri le opere d’arte italiane che assicurano successi di pubblico ai musei di tutto il mondo quando sono messe in mostra all’estero. Tutto il mondo invidia il nostro patrimonio e noi non siamo in grado di valorizzarlo. Che si moltiplichino gli spazi dove fare musica, teatro, arte. E che nei teatri vadano le scolaresche a imparare dall’esperienza oltre che dai libri.

Vedi se puoi fare qualcosa, caro Rudolph, affinché le condizioni di vita nelle carceri (come anche nei centri di “accoglienza” per immigrati) siano degne di un Paese civile. Non si tratta solo di svuotare i centri con misure di clemenza, ma di ripensare il sistema, fare in modo che nei casi ove è possibile il colpevole sconti la propria pena fuori di prigione. Meno tweet e più fatti dai nostri politici, che si sono scoperti improvvisamente “animali social”, dimostrando però di utilizzare le nuove piattaforme del web come nuove piazze in cui fare i propri annunci, come già facevano con la tivù. Proseguiamo la lista rapidamente, ché se no si fa tardi e Babbo Natale ti reclama. Vedi se riesci a dire alle persone giuste che si occupino della tutela del Made in Italy, che questo non sia un marchio privo di contenuto com’è oggi, ma che garantisca la provenienza e la qualità dei prodotti. Che chi ricopre cariche pubbliche ed è indagato per peculato si dimetta subito, chiarisca la propria posizione con i giudici, e poi al limite torni alla vita pubblica, se ne esce pulito. Prova a vedere dov’è finito Carlo Cottarelli, supercommissario per la spending review che ha passato una settimana ospite su tutti i media per poi sparire. Che il tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici si faccia davvero, in modo serio; che si mettano a posto i conti tra le regioni a statuto speciale e lo Stato, in modo che finiscano le elargizioni a pioggia; che le attrezzature sanitarie costino lo stesso prezzo da Nord a Sud, istituendo centri di acquisto che permettano una razionalizzazione della spesa; che lo Stato possa accedere (come accade in altri Paesi) alle liste di cittadini che hanno aperto conti correnti all’estero, per fare le opportune verifiche (e non si debbano quindi distruggere su ordine del giudice).

Insomma, caro Rudolph, visto che dal 26 dicembre potrai goderti il meritato riposto, ti chiediamo un piccolo sforzo per fare arrivare alle orecchie giuste questi nostri desideri. Un’ultima richiesta: se tra una consegna e l’altra riesci a trovare una piccola scorta di serenità, distribuiscine un po’ a tutti gli italiani. Il 2013 è stato un anno duro, vorremmo ritrovare lo spirito per affrontare il prossimo senza paura.

Con questo post ZeroNegativo sospende le pubblicazioni e vi dà appuntamento al 7 gennaio. A tutti buone feste e felice 2014 da parte della redazione e di Avis Legnano.