Il 16 ottobre si è celebrata la giornata mondiale dell’alimentazione. Nonostante i progressi degli ultimi decenni, gli sforzi per eliminare la fame nel mondo sembrano ancora non essere abbastanza, soprattutto dopo la pandemia. L’articolo de Lavoce.info.
La Fao è l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che guida gli sforzi internazionali per sconfiggere la fame, con lo scopo di garantire la sicurezza alimentare per tutti e fare in modo che le persone abbiano regolarmente accesso a prodotti alimentari di qualità per condurre una vita attiva e sana. È stata fondata il 16 ottobre 1945, una data in cui dal 1979 si festeggia la giornata mondiale dell’alimentazione. Ha sede a Roma, conta 194 stati membri e lavora in più di 130 paesi in tutto il mondo tramite l’attività di 8 dipartimenti (Agricoltura e protezione dei consumatori, Clima, Biodiversità, Terra e acqua, Sviluppo economico e sociale, Pesca e acquacoltura, Foreste, Servizi aziendali e Cooperazione tecnica e gestione dei programmi). Nel 1961 è stato costituito un ramo specifico dell’agenzia che si occupasse della lotta alla malnutrizione e alla fame nel mondo, il World Food Programme (Wfp), che ha raggiunto 115,5 milioni di persone in 84 paesi nel 2020.
La pandemia ha fatto crescere il prezzo dei beni alimentari
Con il Food Price Index realizzato dalla Fao, si monitora ogni mese l’andamento dei prezzi dei beni alimentari, con particolare riferimento al frumento, ai cereali e alla carne. Come mostrato in Figura 1a, il prezzo dei beni alimentari nel mondo ha iniziato a crescere a partire da giugno 2020, quando l’emergenza coronavirus si era ormai trasformata in una pandemia. Un aumento consistente del prezzo del cibo non rappresenta un problema così importante per le economie avanzate, ma può trascinare verso la povertà e la malnutrizione moltissime persone nei paesi in via di sviluppo. Tra maggio 2020 e settembre 2021 l’indice è passato da un valore di 91,9 a 129,3, uno dei più alti mai registrati.
Le difficoltà della pandemia hanno fatto sì che l’indice del prezzo della carne crescesse di 22,4 punti, mentre quello dei cereali ha registrato un incremento di 26,6 punti, con un trend di crescita dei prezzi costante durante tutto il 2021.
La Fao stima, comunque, che la produzione globale di cereali nel 2021 raggiungerà 2,8 milioni di tonnellate, evidenziando un incremento della produzione dello 0,7 per cento rispetto alle previsioni di luglio. Con questa crescita, il consumo globale di cereali dovrebbe incrementare, tra il 2021 e il 2022, dell’1,4 per cento. Questi dati mostrano una lenta ripresa dalle conseguenze della pandemia.
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(Foto di Alex Radelich su Unsplash )
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