Nel Medioevo si sono susseguite numerose epidemie, che hanno fatto milioni di vittime in Europa e in altri continenti. Di molte ci sono arrivate pochissime informazioni, ma alcune le abbiamo grazie al racconto di Francesco Petrarca. Lo spiega un articolo pubblicato su L’Indiscreto.

Cosa ricorderemo di quest’anno di COVID-19 e come? Nel 1374, nell’ultimo anno di una lunga e interessante vita, l’umanista e poeta Francesco Petrarca osservò che la sua società aveva vissuto con “questa peste, senza eguali in tutti i secoli”, per oltre venticinque anni. La sua fortuna e la sua sfortuna erano state quelle di sopravvivere a tanti amici e familiari morti prima di lui, molti dei quali proprio a causa di questa devastante malattia.

Petrarca, una delle voci più eloquenti del suo tempo, parlò a nome di un’intera generazione di sopravvissuti alla peste, dopo la pandemia del 1346-53 e il suo periodico ritorno. Impugnava abilmente la penna per esprimere il dolore collettivo della sua società in modo profondo e personale, riconoscendo l’effetto di tante perdite e sofferenza. All’indomani dell’anno, particolarmente devastante, del 1348, quando la peste inghiottì la penisola italiana, il suo buon amico Giovanni Boccaccio, nel suo Decamerone, disegnò un ritratto indelebile di giovani fiorentini in fuga dalla loro città colpita dalla peste, intenti ad aspettare che la tempesta passasse raccontando cento storie. Da parte sua, Petrarca ha documentato l’esperienza della peste per diversi decenni, sondando i suoi mutevoli effetti sulla sua psiche. La peste nera aveva acuito la sua idea di una vita di dolcezza e fragilità, soprattutto di fronte alla realtà della malattia che si era manifestata in tante forme diverse. Il poeta aveva grandi domande ed era alla ricerca di risposte.

“L’anno 1348 ci lasciò soli e indifesi”, dichiarò all’inizio delle sue Epistole, il suo grande progetto di condividere con gli amici versioni accuratamente selezionate della sua corrispondenza. Qual era il senso della vita dopo tutte quelle morti? Aveva trasformato lui o qualcun altro in meglio? L’amore e l’amicizia potevano sopravvivere alla peste? Le domande di Petrarca hanno permesso ai suoi lettori di esplorare come si sentivano a proposito di questi temi. Ha dato loro il permesso di esprimere tali sentimenti, anzi si è assunto l’onere, che era anche la sua opportunità letteraria, di articolare lo Zeitgeist.

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(Foto di Pieter Brueghel the Elder – Museo del Prado, Public Domain)