Il termine overfishing (o sovrapesca) indica una situazione in cui i pesci vengono catturati più velocemente rispetto ai tempi necessari per ricostituire i loro stock, portando a un impoverimento generale delle popolazioni che può portare al loro collasso. Nel 2018, il totale delle catture globali da parte della pesca ha raggiunto il livello più alto mai registrato, con 96,4 milioni di tonnellate: un aumento del 5,4% rispetto alla media del periodo 2014-2017. La pesca eccessiva non rappresenta solo una minaccia per gli ecosistemi marini, ma colpisce direttamente molte persone, che dipendono in larga misura dalla pesca per guadagnarsi da vivere. La testata Earth.org ha raccolto 19 cose da sapere sul problema della sovrapesca, che riprendiamo di seguito:
- Il pesce e gli altri prodotti ittici forniscono sostanze nutritive vitali per più di tre miliardi di persone – quasi il 40% della popolazione mondiale – e forniscono un reddito al 10-12% della popolazione mondiale.
- Secondo la Banca Mondiale, quasi il 90% degli stock ittici marini globali è completamente sfruttato o sovrasfruttato.
- La produzione globale di pesce e frutti di mare è quadruplicata negli ultimi 50 anni e la persona media oggi mangia quasi il doppio di frutti di mare rispetto a mezzo secolo fa.
- Il più grande produttore ed esportatore di pesce al mondo è la Cina, mentre l’Unione europea ne è il più grande importatore.
- Tra il 1961 e il 2016, l’aumento medio annuo del consumo globale di pesce (3,2%) ha superato la crescita della popolazione (1,6%).
- Nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 14 (SDG 14) delle Nazioni Unite, l’ONU e la FAO stanno lavorando per mantenere la percentuale di stock ittici entro livelli biologicamente sostenibili.
- La percentuale di stock ittici entro livelli biologicamente sostenibili nel 2017 è stata del 65,8%, molto inferiore a quella del 90% del 1990.
- Negli ultimi 40 anni, le specie marine sono diminuite del 39%.
- La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata rappresenta il 12-28% della pesca mondiale – circa 11-26 milioni di tonnellate di pesce.
- Un altro problema legato alla pesca eccessiva è il bycatch, o pesca accessoria in base al quale grandi quantità di animali marini indesiderati vengono catturati durante la pesca di una particolare specie e poi scartati come rifiuti, causando l’inutile perdita di miliardi di pesci e creature marine.
- Circa 38,5 milioni di tonnellate di catture accessorie derivano ogni anno da questa pratica.
- In un programma organizzato congiuntamente dal Fondo mondiale per l’ambiente (GEF) e dalla FAO, la promozione di dispositivi di aggregazione dei pesci (FAD) non impiglianti e rispettosi dell’oceano, ovvero dispositivi galleggianti utilizzati per attirare i pesci, ha contribuito a ridurre notevolmente i livelli di catture accessorie. L’adeguamento delle pratiche di pesca attraverso questo programma ha ridotto il tasso di mortalità dei mammiferi marini catturati nel Mar Arabico settentrionale da 12.000 nel 2013 a meno di 200 nel 2018.
- Tra i Paesi OCSE, l’Italia è quello che concede i maggiori sussidi per tonnellata di pescato.
- Uno dei pesci più pescati è il tonno, che ha raggiunto i massimi livelli nel 2018 con oltre 7,9 milioni di tonnellate.
- L’esaurimento degli stock ittici incide notevolmente sulla comunità dei pescatori; circa 59,5 milioni di persone lavorano nel settore della pesca e dell’acquacoltura, secondo uno studio del 2018.
- Le sovvenzioni dei governi (per il carburante, gli attrezzi da pesca e la costruzione di nuovi pescherecci) spesso vanno a beneficio delle grandi imprese di pesca, il che incoraggia indirettamente l’uso di una pesca ad alta intensità di carburante e di pratiche di pesca distruttive, come la pesca a strascico in acque profonde.
- I ricercatori hanno scoperto che la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata è talvolta collegata a problemi più gravi come il traffico di esseri umani e la schiavitù.
- Il Codice di condotta per la pesca responsabile è un accordo fondamentale tra i 194 Paesi membri della FAO sull’uso regolamentato delle risorse della pesca e dell’acquacoltura. In un questionario del 2018, la maggior parte dei membri, degli organismi regionali per la pesca (RFB) e di alcune ONG ha espresso un’opinione forte a favore del miglioramento della gestione della pesca marina e interna.
- L’Agenda 2030 della FAO mira al monitoraggio della pesca e dell’acquacoltura per il raggiungimento della sicurezza alimentare e della nutrizione. Inoltre, mira all’utilizzo delle risorse naturali da parte del settore in modo biologicamente, economicamente e socialmente sostenibile.
(Foto di Duangphorn Wiriya su Unsplash)
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Quando è nata Avis Legnano i film erano muti, l’Italia era una monarchia e avere una radio voleva dire essere all’avanguardia. Da allora il mondo è cambiato, ma noi ci siamo sempre.