Viviamo in tempi in cui la rabbia e l’aggressività trovano una certa legittimazione, almeno in certi contesti. Basta fare un giro sui social network o accendere la televisione per averne la prova. Al lato opposto, c’è chi spinge per allontanare le emozioni negative, qualunque esse siano, con l’intenzione di concentrarsi sempre e comunque su quelle positive: un atteggiamento noto come positività tossica, forse più comune negli Stati Uniti che in Europa.

La verità, come sappiamo da secoli, sta nel mezzo. La rabbia è infatti parte del ventaglio di emozioni che l’essere umano ha sviluppato e mantenuto nel proprio percorso evolutivo, e secondo diversi scienziati non va esorcizzata.

A queste stesse conclusioni arriva una ricerca pubblicata sul Journal of Personality and Social Psychology, secondo cui la rabbia è più utile per motivare le persone a superare gli ostacoli e a raggiungere i propri obiettivi di quanto lo sia uno stato emotivo neutro.

In una serie di esperimenti, i ricercatori hanno suscitato rabbia in un gruppo di studenti mostrando loro immagini che prendevano di mira la loro università, osservando che la rabbia li aiutava a risolvere un maggior numero di enigmi. Quando è stato chiesto loro di giocare a un videogioco impegnativo e modificato in modo che fosse quasi impossibile vincere, gli studenti si sono arrabbiati. In quei momenti si muovevano più velocemente e il loro tempo di reazione diminuiva. Anche gli altri esperimenti hanno dimostrato che la rabbia può essere positiva.

«Per molto tempo si è sostenuto che essere sempre positivi fosse la strada da seguire», ha detto al New York Times Heather Lench, autrice principale dello studio. «Ma ci sono sempre più prove del fatto che una vita bilanciata da un mix di emozioni sembra essere più soddisfacente e positiva a lungo termine». Tutte le nostre emozioni possono essere utili, se incanalate nel giusto modo.

Il primo passo per gestire la rabbia è riconoscere di essere arrabbiati. Bisogna porsi domande come: Cosa sto provando in questo momento?

La rabbia spesso nasce quando si subisce un’offesa, ma si ha ancora fiducia di poter intervenire per migliorare la situazione. Può quindi essere una condizione energizzante. Ci arrabbiamo quando sentiamo che c’è un ostacolo tra noi e ciò a cui aspiriamo. Ma la rabbia può anche derivare da emozioni che ci scuotono, come la vergogna, l’umiliazione o la sensazione di non essere apprezzati.

Altre volte, la rabbia può scatenarsi quando percepiamo una minaccia alla nostra identità, ad esempio quando le nostre convinzioni o i nostri valori sono messi in discussione o attaccati.

Quando la rabbia affiora, spiega il Times, è importante ricordare il proprio obiettivo. Altrimenti, la situazione può sfuggire rapidamente di mano, producendo una risposta troppo intensa o che dura troppo a lungo.

Supponiamo che stiate litigando con il vostro partner. Alcuni studi hanno dimostrato che esprimere la rabbia e discutere in modo conflittuale può migliorare la relazione, a patto che l’obiettivo sia rafforzare il rapporto, esprimere le proprie esigenze o arrivare a un compromesso. Ma se vi interessa soprattutto avere ragione e prevalere nella discussione, questo potrebbe portarvi a essere aggressivi in modo dannoso.

Per discutere con qualcuno in modo costruttivo, ha detto una degli esperti, immaginate cosa sta provando l’altra persona e guardate il problema attraverso i suoi occhi. Non significa che dobbiate essere d’accordo, ma può aiutare a gestire in modo sano il conflitto.

Se la rabbia è incontenibile, provate allora ad allontanarvi per calmarvi. Sul posto di lavoro è possibile incanalare l’energia della rabbia per raggiungere obiettivi legati alle prestazioni.

Infine, diffidate dallo sfogo. Esso può infatti dare una sensazione gradevole nell’immediato, ma difficilmente è utile nella soluzione dei problemi. Cercate piuttosto di ottenere sostegno sociale da persone obiettive che possano aiutarvi a ridefinire la vostra condizione.

(Foto di ???? ??????? su Unsplash)

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