Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano sta affrontando una grave crisi di finanziamento, e gli esperti avvertono che gli attuali piani del governo sono del tutto inadeguati a far fronte alle crescenti esigenze del sistema. La Fondazione Gimbe, un importante think tank del settore sanitario, ha recentemente presentato al Parlamento italiano la sua analisi della Legge di Bilancio 2025, evidenziando una forte disparità tra le risorse stanziate e i costi effettivi di mantenimento di un sistema sanitario funzionale.
La Fondazione sostiene che l’aumento proposto per il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) di 2,5 miliardi di euro per il 2025 rappresenta un incremento di appena l’1% rispetto al bilancio del 2024. Un aumento giudicato insufficiente per affrontare le sfide che il SSN dovrà affrontare. Inoltre, gli aumenti previsti per gli anni successivi sono ancora più ridotti, e vanno da un misero 0,4% nel 2027 a un comunque insufficiente 0,8% nel 2030.
Questa tendenza è particolarmente allarmante se si considera che la percentuale del prodotto interno lordo italiano destinata alla sanità è in costante diminuzione. Il bilancio del 2025 prevede che questa percentuale scenda al 6,05%, in diminuzione rispetto al 6,12% stanziato nel 2024. Entro il 2029, la percentuale dovrebbe scendere ulteriormente al 5,7%. Questo continuo disinvestimento nella sanità pubblica, una tendenza iniziata nel 2012, è in netto contrasto con l’aumento dei costi della prestazione sanitaria.
L’analisi della Fondazione Gimbe rivela un divario di finanziamento di 19 miliardi di euro tra il bilancio proposto e il costo effettivo dell’attuazione delle misure delineate nella legge di bilancio 2025. Questo ammanco, unito alle preesistenti tensioni finanziarie sul SSN, solleva serie preoccupazioni sulla capacità dei governi regionali di fornire servizi essenziali. La Fondazione avverte che, in assenza di finanziamenti adeguati, le regioni potrebbero essere costrette a operare drastici tagli ai servizi o ad aumentare le tasse regionali, con un impatto finale sulla qualità e sull’accessibilità dell’assistenza sanitaria per i cittadini italiani.
Il bilancio non affronta inoltre diverse questioni critiche, tra cui la carenza di personale, la necessità di stipendi competitivi per attrarre e trattenere gli operatori sanitari e l’onere crescente del sistema di rimborso dei dispositivi medici. Tutto questo preoccupa, soprattutto visto che l’anno prossimo dovrebbe diventare operativo un forte ampliamento delle cure coperte dal servizio sanitario nazionale, obiettivo rimandato da diversi anni.
L’OCSE, nel suo rapporto sulla sostenibilità fiscale dei sistemi sanitari, prevede una crescita media annua della spesa sanitaria del 2,6% fino al 2040, determinata da fattori quali l’invecchiamento della popolazione, l’inflazione e l’aumento dei costi delle tecnologie mediche e dei farmaci. La Fondazione Gimbe sostiene che i livelli di finanziamento proposti nel bilancio 2025 sono ben al di sotto di questa crescita prevista, lasciando il sistema sanitario italiano sempre più inadeguato a soddisfare le esigenze dei cittadini.
La Fondazione chiede una riforma globale del sistema sanitario, che preveda un aumento progressivo dei finanziamenti attraverso una riallocazione della spesa pubblica, l’introduzione di tasse mirate sui prodotti dannosi per la salute e una rivalutazione dei confini tra spesa sanitaria pubblica e privata. La mancata attuazione di queste misure, avverte la Fondazione, porterà all’erosione dei principi fondamentali del Servizio sanitario nazionale italiano: universalità, uguaglianza ed equità.
(Foto di Matthew Waring su Unsplash)
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