La scuola italiana ha delle carenze, sia strutturali che a livello di personale, rispetto al percorso di assistenza e formazione degli studenti con disabilità. Con tutte le incognite che riguarderanno la riapertura degli istituti a settembre, di cui abbiamo parlato estesamente in queste settimane, viene da chiedersi che ne sarà dei tanti studenti con disabilità che a settembre vorrebbero riprendere, o cominciare, ad andare a scuola. Non abbiamo una risposta al quesito, ma possiamo ipotizzare che la situazione non sarà facile e i disagi saranno molti. Per farci un’idea, riprendiamo l’ultimo rapporto Istat sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, pubblicato a febbraio e relativo all’anno scolastico 2018-2019. Nel documento si legge che in quell’anno erano iscritti 284 mila studenti con disabilità nelle scuole italiane, il 3,3 per cento del totale. La tendenza è in crescita, con un aumento negli ultimi 10 anni di circa 91 mila iscritti.

Barriere architettoniche

«Nell’anno scolastico 2018-2019 sono ancora troppe le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: solamente una scuola su 3 risulta accessibile per gli alunni con disabilita? motoria. La situazione appare migliore nel Nord del Paese dove si registrano valori superiori alla media nazionale (38 per cento di scuole a norma) mentre peggiora, raggiungendo i livelli piu? bassi, nel Mezzogiorno (29 per cento). La regione piu? virtuosa e? la Valle d’Aosta, con il 67 per cento di scuole accessibili, di contro la Campania si distingue per la piu? bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche (24 per cento). […] La mancanza di un ascensore o la presenza di un ascensore non adatto al trasporto delle persone con disabilita? rappresentano le barriere piu? diffuse (46 per cento). Frequenti sono anche le scuole sprovviste di rampe per il superamento di dislivelli (33 per cento) o bagni a norma (29 per cento). Rari invece i casi in cui si riscontra la presenza di scale o porte non a norma (rispettivamente 6 per cento e 3 per cento)».

Carenze tecnologiche

«In Italia, una scuola su quattro risulta priva di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilita?. La collocazione delle postazioni informatiche in classe e? poco diffusa (37 per cento delle scuole): oltre il 60 per cento delle scuole dispone di questa strumentazione in ambienti esterni alla classe come aule specifiche per il sostegno o laboratori informatici dedicati. Questo puo? rappresentare un ostacolo all’utilizzo dello strumento come facilitatore quotidiano per la didattica».

Molti insegnanti, poco formati

«Nell’anno scolastico 2018/2019, gli insegnanti per il sostegno nelle scuole italiane sono quasi 173 mila (fonte MIUR). A livello nazionale il rapporto alunno-insegnante (pari a 1,6 alunni ogni insegnante per il sostegno) e? migliore di quello previsto dalla Legge 244/2007 che prevede un valore pari 2. Tuttavia mancano gli insegnanti specializzati e il 36 per cento dei docenti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari; sono docenti che rispondono ad una domanda di sostegno non soddisfatta, ma non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilita?.

Un rapporto discontinuo con i docenti

Un’ulteriore criticita? riguarda la discontinuita? nel rapporto tra docente per il sostegno e alunno a causa dei numerosi cambi d’insegnante che avvengono non solo nel corso dell’anno, ma durante l’intero ciclo scolastico. Cio? impedisce agli insegnanti di instaurare un rapporto di fiducia con l’alunno e di svolgere la propria attivita? nell’ambito di un progetto educativo piu? ampio finalizzato all’inclusione e alla valorizzazione delle attitudini, secondo una logica di sviluppo progressivo. Per l’anno scolastico 2018/2019 la quota di alunni del primo ciclo che ha cambiato insegnante per il sostegno rispetto all’anno precedente risulta piuttosto elevata, il 57,6 per cento. Il fenomeno e? piu? frequente nelle regioni del Nord (61 per cento) mentre si riduce nel Mezzogiorno (52,6 per cento). Una quota non trascurabile di alunni, il 10 per cento, ha cambiato insegnante per il sostegno nel corso dell’anno scolastico».

(Foto di Agence Olloweb su Unsplash)