Circa dieci giorni fa, abbiamo commentato -con discreta soddisfazione- su ZeroNegativo la legge approvata il 16 ottobre dal Consiglio regionale lombardo per regolamentare e contrastare il gioco d’azzardo. In seguito, il sito internet Senzaslot.it (che è anche il nome di una campagna di cui abbiamo parlato qui) ha analizzato articolo per articolo la nuova norma, facendo emergere tutte le debolezze della stessa. Riportiamo una sintesi del post.

Distanziometro
Le regioni possono ostacolare fortemente il business dell’azzardo, per esempio in Liguria la legge non riguarda solo le nuove installazioni, ma anche quelle vecchie che scadono entro 5 anni e non vengono rinnovate se non rispettano il distanziometro, cioè una distanza minima dai “luoghi sensibili” (scuole, oratori, ospedali, ecc.). Imponendo un distanziometro retroattivo anche sui rinnovi dei nullaosta è possibile una restrizione lenta ma inesorabile dell’offerta di azzardo.

In Lombardia la prima versione è stata ripulita coscientemente togliendo proprio ogni riferimento al rinnovo dei nullaosta. Il distanziometro lombardo non è come quello ligure, è un distanziometro che riguarda solo le nuove installazioni. Vivendo in Lombardia sappiamo benissimo che il problema non sono le nuove slot machine (non c’è quasi più spazio dove metterle!), ma quelle già installate.

Per quanto riguarda la distanza, per ora non si tratta di 500 metri come molti hanno scritto. Leggendo il testo, si parla di “una distanza, determinata dalla Giunta regionale entro il limite massimo di cinquecento metri”. Di conseguenza non sappiamo ancora quale sia la distanza, uguale o inferiore a 500 metri, che verrà determinata entro sei mesi (art. 12.1) dalla Giunta Maroni.

Regolamento dell’accesso
Questa legge ci ha fatto maturare delle perplessità anche per quel che riguarda la limitazione dell’accesso (per esempio ai minori) ai luoghi del gioco d’azzardo, che viene demandata ad un regolamento che verrà redatto dalla Giunta regionale. Anche in questo caso si sta spostando la decisione più in là, restringendola a Maroni e alla sua cerchia di assessori, quindi può succedere ancora di tutto.

Ma la cosa più preoccupante è che la regolamentazione dell’accesso riguarderà soltanto le sale slot e le “aree dedicate all’installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito in numero superiore a tre accessibili direttamente dall’utenza”. Perché proprio tre? Questo taglia fuori dalla regolamentazione tutti i piccoli bar e le tabaccherie che hanno una, due o tre macchinette (a occhio, diremmo che siano la maggior parte).

Pubblicità
All’art. 4, comma 7, dice: «La Regione promuove accordi con gli enti di servizio del trasporto pubblico locale e regionale, per favorire l’adozione di un codice di autoregolamentazione che vieti gli spazi pubblicitari relativi al gioco d’azzardo lecito». L’intenzione sembra buona ma per ora c’è ben poco di concreto, dipende da quali contenuti avrà e se sarà adottato e applicato questo ipotetico codice di autoregolamentazione.

Formazione degli operatori
In merito alla formazione degli operatori (cioè di quelli che lavorano nelle sale slot o che le gestiscono), se una forma di controllo più rigido ed efficace poteva costituirlo un vero “patentino”, come era stato proposto inizialmente, con i corsi di formazione previsti dalla legge regionale si lascia tutto a criteri deboli e a confini più blandi, e ancora una volta in mano privata. Più utile è il numero verde regionale, di cui bisognerà controllare la messa in pratica.

Controlli delle Asl
Rispetto alla normativa valida per tutti gli altri locali non è previsto alcun requisito ulteriore (ad esempio, di illuminazione o limiti di volume per i rumori interni o somministrazione di alcolici… Per tornare all’interessante legame provato tra le condizioni ambientali e i meccanismi psicologici di compulsione che si innescano). Classica norma manifesto, che serve a far vedere che i controlli ci sono, quando sappiamo benissimo che è vero il contrario. Così come pure per le sanzioni: quella principale va da 5mila a 15mila euro, senza che sia specificato alcun criterio per modulare la sanzione in concreto, all’interno di questa cornice.

Sconti e aggravi fiscali
Chi toglie tutte le macchinette entro il 31 dicembre di uno di questi anni avrà uno sconto dello 0,92 per cento dell’Irap, applicato una sola volta, l’anno successivo. Ciocca ha stimato il valore di questo sconto in circa 1.000 euro. Immediatamente gli esercenti di bar con le slot intervistati dai giornalisti hanno spiegato che una cifra così bassa non è un incentivo sufficiente a togliere le macchinette.

Incredibilmente, questo sconto fiscale vale per chi ha le macchinette e le toglie ma non vale per chi non le ha mai avute o per chi le ha già tolte. Questo ci lascia veramente sbalorditi e ci chiediamo che senso abbia discriminare negativamente proprio quei bar che sono sempre stati senza slot.

La strada è ancora lunga
Rivendichiamo come risultato di tutto il movimento no slot, di cui noi siamo una piccola parte, ogni conquista strappata con questa legge, ma invitiamo alla massima sobrietà nel giudizio: la strada da fare è ancora molta e la Lombardia non è ancora diventata una regione senza slot.