Il 2011 è l’anno europeo del volontariato. Il 31 marzo e il primo di aprile si terrà a Venezia la conferenza dal titolo “Sussidiarietà e volontariato in Italia e in Europa: valori, esperienze e strumenti a confronto”. Un evento promosso dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che vedrà cinque tavoli di dibattito impegnati a discutere le sfide che attendono il volontariato europeo: sussidiarietà, ruolo del volontariato nel contesto europeo, politiche di sostegno al volontariato, cittadinanza attiva e partecipazione dei giovani. Dato il taglio internazionale dell’evento non mancheranno ospiti stranieri, nonché i rappresentanti delle istituzioni del territorio, oltre al ministro Maurizio Sacconi.

Ci auguriamo che nell’ambito del dibattito, oltre a impostare le linee guida di ciò che dovrà fare il terzo settore per consolidare e migliorare la propria attività, si parli anche di ciò che la politica ha intenzione di fare a sostegno delle associazioni. Non si tratta di fare i questuanti, ma di un richiesta di garanzia e stabilità per fare in modo che gli operatori possano programmare la propria attività a medio e lungo termine. Questioni come la stabilizzazione del cinque per mille, per dirne una, sarebbero da sanare, e in fretta. I grandi eventi hanno la loro utilità, viste le grandi potenzialità di mobilitazione e visibilità che portano con sé. Ma talvolta rischiano di essere dei gusci vuoti, da cui si esce con documenti che riportano dichiarazioni solenni, ma poi, in concreto, il principio è che ognuno deve arrangiarsi da sé.

Michele Mangano, presidente di Auser, dalle pagine di Vita ricorda che nel 2007 a Napoli si svolse la quinta Conferenza nazionale del volontariato, da cui nacquero spunti e riflessioni, sfociati poi in sei documenti che riportavano altrettante proposte rivolte al titolare del Ministero e al governo. Purtroppo, dall’alto non sono arrivati altrettanti provvedimenti attuativi. Chi come noi vive ogni giorno il volontariato e ne vede le potenzialità e i problemi, sa che i proclami servono a poco, sono gli atti a contare. Secondo una ricerca della fondazione Roma terzo settore mette in luce, tra i vari problemi, quello dello scarso coinvolgimento dei giovani: «Su 100 volontari continuativi soltanto 14 hanno fino a 29 anni e oltre 40 sono ormai sopra i 45» (la ricerca è condotta su 1.423 volontari e 1.329 organizzazioni di volontariato in dieci aree del paese: le province di Biella, Trento, Modena, Treviso, Rovigo, Venezia, Belluno, Taranto, Cosenza e la regione Sardegna). È un dato strutturale importante, e crediamo che quella di Venezia possa essere una piazza importante per un confronto e per la ricerca di uno stimolo propulsivo al cambiamento di questa tendenza. Attendiamo l’esito dei lavori.