«Poter essere accolto e crescere all’interno di un ambiente familiare sereno rappresenta un fondamentale diritto del minore, un bene sociale irrinunciabile». Le parole sono del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e sono contenute in un messaggio inviato al convegno “Il diritto di bambini e ragazzi alla famiglia: come rilanciare adozioni e affidi”, promosso dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza in occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si è celebrata il 20 novembre. «Già nella scorsa legislatura -prosegue il messaggio- la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza aveva svolto un’accurata indagine, dalla quale erano emersi i rilevanti cambiamenti intervenuti nel corso del tempo nelle scelte di affido e di adozione da parte delle famiglie italiane e le conseguenti significative criticità sulle quali si riteneva necessario intervenire. Alcune risposte alle emergenze sono venute dalla Magistratura, ma spetta al legislatore il compito di affrontare in modo organico i seri problemi finora individuati».
Se è il legislatore a doversi prendere la responsabilità di dare l’indirizzo per la politica delle adozioni in Italia, i segnali che arrivano non sono dei migliori. Nei giorni scorsi infatti sono stati bocciati dalla Commissione bilancio del senato due emendamenti (proposti di concerto da partiti di ogni schieramento politico) che avrebbero introdotto la gratuità delle adozioni internazionali, dando attuazione alla campagna #adozionebenecomune lanciata da varie associazioni del mondo del volontariato. Poco tempo fa avevamo dato l’allarme sulla mancata copertura di tali costi per quest’anno e gli anni a venire, e in questi giorni si ripropone la notizia, confermando la criticità della situazione denunciata già allora. L’adozione internazionale è e resterà un costo a carico delle famiglie che scelgono questa forma di solidarietà. «Per loro -riporta il sito della campagna– è prevista solo una deducibilità del 50 per cento delle spese sostenute, oltre un contributo forfettario d’importo variabile di anno in anno».
Sul sito è riportata anche la testimonianza di una famiglia che ha scelto di indebitarsi per poter portare a termine la procedura di adozione, ripresa dal Corriere di Bologna del 13 novembre: «“Stavamo cercando su internet un finanziamento per adottare il nostro bambino, ci siamo imbattuti in questa possibilità per un’adozione internazionale -raccontano Michele e la moglie Libera, pugliesi trapiantati a Modena per lavoro-non ci sembrava vero, anzi eravamo convinti che si trattasse di uno specchietto per le allodole”. Libera e Michele hanno già adottato un bambino africano che oggi ha cinque anni -Vincenzo- e possono così procedere nel percorso verso l’adozione di un secondo bambino. Assistiti dall’associazione Centro aiuti per l’Etiopia, una onlus di Verbania, i due coniugi partono per l’Africa e il 20 settembre tornano a casa con un fratellino per Vincenzo: il bimbo ha un anno e si chiama Leonardo. “Senza il finanziamento di EmilBanca ci saremmo trovati in grosse difficoltà -riconosce Michele- un’adozione internazionale costa almeno 15mila euro, una somma difficile da racimolare per coppie giovani come noi, soprattutto in periodi di crisi. Sono costi spaventosi anche per chi come noi ha un lavoro, ma fatica comunque a costruire una famiglia”». In questo caso l’azione è andata a buon fine, ma sarebbe bello e giusto che lo Stato, invece di tagliare il welfare, trovasse il modo di impegnarsi anche per cause come questa.