Chi si occupa di disabilità non ha vissuto con entusiasmo l’istituzione di un Ministero dedicato. Erika Stefani, della Lega, sarà la terza ministra a ricoprire questo incarico nella storia repubblicana, dopo Lorenzo Fontana (da giugno 2018 a luglio 2019) e Alessandra Locatelli (in carica per meno di due mesi, da luglio a settembre 2019, a causa della fine del governo Conte I). Il fatto è che, così come in altri ambiti, la direzione che molti auspicano è il mainstreaming della disabilità, ossia che tutte le politiche e iniziative del governo tengano conto dei bisogni e dei diritti delle persone con disabilità, in maniera trasversale.
L’istituzione di un ministero ad hoc rappresenta per molti una ghettizzazione del problema: l’idea che passa è che qualcuno si debba “prendere cura” delle persone con disabilità, mentre sono i valori dell’inclusione e della solidarietà a dovere entrare nella cultura politica e del paese. Finita l’esperienza del primo governo presieduto da Giuseppe Conte, nel secondo la delega fu presa in carico dal presidente del Consiglio, affiancato da un consulente sulla disabilità. «Oggi – fa notare Sara De Carli su Vita –, nel nascente Governo Draghi, un po’ a sorpresa risorge il Ministero della Disabilità (tutti gli “addetti ai lavori” auspicavano che continuasse l’approccio di mainstreaming) e senza troppa sorpresa va ancora alla Lega, con Erika Stefani, avvocato di Valdagno, già ministra per gli Affari regionali, nel cui curriculum non si trova traccia di una precedente familiarità con il tema».
De Carli raccoglie alcune reazioni alla nomina, tra cui quella di Roberto Speziale, presidente di Anffas: «Non posso che ripetere la frase di Claudia Fiaschi (presidente del Forum del Terzo settore, ndr), siamo a disposizione del Paese. Ma c’è una condizione. In questi anni abbiamo conquistato il riconoscimento che la disabilità non è un problema di categoria ma trasversale alle politiche, un tema di cittadinanza. Quando abbiamo ottenuto che la disabilità fosse in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, avevamo conquistato il concetto che l’approccio corretto alla disabilità è quello del mainstreaming e non di politiche specifiche, di settore, dedicate. Questo ha rappresentato per noi e per tutto il mondo della disabilità un obiettivo importante».
Dario Ianes, professore di pedagogia e didattica speciale a Bolzano, aveva subito reagito con grande disappunto alla nomina. Raggiunto al telefono da De Carli, conferma il suo punto di vista: «La disabilità deve essere in tutti i ministeri, altrimenti si creano delle riserve indiane. In maniera analoga metterei in discussione anche il Ministero delle pari opportunità o della famiglia, lo sforzo deve essere quello di creare dialogo fra i ministeri e gli uffici, e trasversalità. Un po’ quel che è successo con le barriere architettoniche, non è che ci sia stato un ministero ad hoc per l’abbattimento delle barriere architettoniche, pian pianino è entrato nella cultura».
I presidenti delle due maggiori federazioni del mondo della disabilità, Fish e Fand, hanno ribadito il punto, dicendosi però aperti al dialogo: «Fin da ora garantiamo la massima collaborazione nei luoghi deputati – hanno detto Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano –, a condizione che si continui sulla strada delle politiche di mainstreaming e non di interventi parziali e segmentati, che riducono la disabilità a una condizione settoriale». I due individuano poi alcuni temi centrali su cui si aspettano un confronto con il governo:
- Salute. Si chiedono, tra le altre cose, chiarimenti sulla disponibilità dei vaccini, «perché diventa sempre più urgente e necessario dare delle risposte e concrete indicazioni alle migliaia di richieste di informazioni che stiamo ricevendo ogni giorno da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie».
- Scuola. «La scuola deve diventare un luogo che accompagni gli alunni e alunne con disabilità alla vita adulta, inclusiva sia in ambito di lavoro che in quello sociale. […] Fish e Fand, in questo senso, non hanno accantonato la possibilità che si giunga ad una apposita cattedra di concorso per i docenti di sostegno».
- Lavoro. «Il tema del lavoro per le persone con disabilità è un ambito in cui si configura una delle forme più evidenti di discriminazione. […] Ci aspettiamo che il presidente del consiglio, Mario Draghi, la ministra per la disabilità Erika Stefani, ed il ministro del lavoro, Andrea Orlando, possano incontrare al più presto le due Federazioni
- Lotta alla segregazione. «Occorrerà da subito investire su una azione sociale che tenga conto della necessaria lotta alla segregazione e del relativo supporto alla domiciliarità (Fondo per la Non Autosufficienza e Fondo per la Vita Indipendente); del supporto ai caregiver familiari; del bisogno di definizione di piani nazionali per avviare processi di de-istituzionalizzazione e di contrasto ad ogni forma di segregazione, con sostegni alla vita autonoma e indipendente».
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