«La mancanza di accessibilità porta esclusione sociale. Impegnarsi per eliminare le barriere significa quindi attivare il nostro senso di responsabilità. Tutto parte dalla convinzione che la questione dell’accessibilità interessi solo un ristretto gruppo di individui, mentre in fin dei conti può riguardare chiunque». A dirlo è stato il presidente dell’associazione Fiaba, in occasione della presentazione del FIABADAY 2022, che si è svolto il 2 ottobre a Roma.
Durante la campagna che ha preceduto la giornata di eventi, si è insistito molto sulla necessità di rendere strutturale il bonus per la detrazione del 75 per cento degli investimenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Si tratta di una norma introdotta all’inizio di quest’anno, assieme ad altre di cui si è parlato di più, per favorire gli investimenti nel miglioramento del patrimonio edilizio. Ma mentre il “bonus ristrutturazione”, che prevede lo sconto in fattura del 50 per cento, è già certo di restare in vigore fino al 2024, quello per le barriere architettoniche al momento è coperto solo fino al 31 dicembre di quest’anno. Per questo le associazioni chiedono che sia prorogato e stabilizzato.
Di questo come di altri temi è destinato a occuparsi il nascituro governo guidato dalla coalizione di centrodestra. E a questo si rivolgono le parole dell’attuale segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Chieppa, che ha evidenziato come «abbattere le barriere significa riconoscere un diritto della persona, perché l’accessibilità è un valore in sé e un diritto svincolato dal concetto di disabilità. La Presidenza e il governo hanno seguito un percorso che ha portato importanti novità, un percorso in itinere che va rafforzato e perseguito con sempre maggiore forza. È questo il senso di avere un ufficio per la Disabilità all’interno della Presidenza oltre a un ministro per le Disabilità e mi auguro che anche nel prossimo governo ci sia pari attenzione per il tema».
Di barriere architettoniche ha scritto nei giorni scorsi anche Luigi Manconi, sulla sua pagina Facebook. In quanto persona anziana e con una disabilità invalidante, Manconi ha posto l’attenzione sulla mancanza di panchine, posti a sedere o punti d’appoggio nelle stazioni ferroviarie italiane. Tale carenza, evidente a chiunque utilizzi spesso il treno, riguarda soprattutto le stazioni più nuove, ma anche altri spazi delle nostre città, ed è legata alla volontà di tenere lontane le persone senza dimora che cercano un rifugio per la notte.
Nessuno può ovviamente pensare che una panchina sia un giaciglio dignitoso per qualunque essere umano, ma almeno, se proprio le si vuole togliere, quell’assenza andrebbe compensata con posti letto veri e propri: «A ogni panchina eliminata – scrive Manconi –, a ogni spazio murato, a ogni posto a sedere cancellato, dovrebbe corrispondere un’opportunità per i senza fissa dimora di disporre di un luogo dove trovare ristoro e dove dormire».
In attesa che qualcuno faccia propria questa proposta, l’ultima campagna di sensibilizzazione Fiaba invita a 1. imparare a riconoscere le barriere architettoniche, che non sono solo quelle più classiche o evidenti (come le scalinate), ma anche gradini, fioriere, dislivelli o l’assenza di mappe tattili o percorsi per le persone cieche; 2. fare la propria parte, facendo sempre attenzione a non creare barriere (anche temporanee) con i propri comportamenti, denunciando situazioni non corrette e diffondendo la cultura dell’accessibilità; 3. rendere più accessibili i propri spazi, per esempio ricorrendo al bonus di cui parlavamo più su.
(Foto di Nina Luong su Unsplash)
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