L’alcol è la droga più consumata dai giovani nei Paesi occidentali. In Europa, circa 8 studenti su 10 di età compresa tra i 15 e i 16 anni ne hanno bevuto nell’ultimo anno. Ancora più allarmante è l’età precoce in cui si inizia a bere – il 33% dei minori di 13 anni in diversi Paesi europei ha già consumato alcol – e gli alti tassi di binge drinking, che il 34% dei giovani di 15-16 anni in Europa riferisce di aver fatto nell’ultimo mese. In Italia, quest’ultima percentuale è del 29%, con una prevalenza maggiore nei maschi (32,5%) rispetto alle femmine (24,4%). I dati risalgono al 2019 e sono citati in un articolo pubblicato nei giorni scorsi su The Conversation.

Il binge drinking comporta l’ingestione di grandi quantità di alcol in brevi periodi di tempo: di solito 5 o più drink in un periodo di 2-3 ore. Questo tipo di consumo è tipico delle feste tra adolescenti, ma anche di ricorrenze come matrimoni, Natale e Capodanno.

Sono note le conseguenze negative del consumo di alcol, come i comportamenti sessuali a rischio o gli incidenti stradali. Tuttavia, pochi considerano il modo in cui il binge drinking può influenzare il cervello, soprattutto quando è ancora in fase di sviluppo.

Per comprendere questi effetti, scrive The Conversation, dobbiamo considerare due elementi: come viene metabolizzato l’alcol e come influisce sul cervello adolescente in via di sviluppo.

L’alcol viene metabolizzato principalmente nel fegato, che elabora la bevanda dopo che è stata assorbita dal tratto digestivo. Qui l’alcol viene scomposto da vari enzimi in sostanze meno tossiche che l’organismo può poi eliminare. Quando l’alcol non viene completamente metabolizzato, passa nel cervello, alterando il delicato equilibrio dei neurotrasmettitori che ne regolano il funzionamento, causando i ben noti effetti dell’ubriachezza: disinibizione, euforia, mancanza di coordinazione e così via.

Purtroppo, le bevande alcoliche non hanno solo un impatto temporaneo sul funzionamento del nostro cervello, ma hanno anche effetti duraturi su vari aspetti del sistema nervoso e possono anche influenzare il sistema immunitario, innescando processi infiammatori che danneggiano lo sviluppo cerebrale.

È importante notare che durante il suo sviluppo, fino ai 25-30 anni, il cervello è più vulnerabile agli effetti delle droghe. In questo periodo, spiegano gli autori dell’articolo, l’alcol è particolarmente dannoso, in quanto può interferire con due fenomeni chiave del neurosviluppo: la mielinizzazione, il processo attraverso il quale i neuroni rivestono i loro assoni con la mielina per migliorare la trasmissione dei segnali, e la potatura sinaptica, che elimina le connessioni neuronali non necessarie per ottimizzare la funzione cerebrale.

Inoltre, questi cambiamenti fanno sì che alcune aree del cervello maturino prima di altre. In particolare, le aree responsabili dell’elaborazione della ricompensa si sviluppano più rapidamente di quelle responsabili del processo decisionale e della pianificazione a lungo termine. Questa discrepanza tra lo sviluppo dei sistemi cerebrali di ricompensa, di controllo degli impulsi e di decisione può spiegare perché gli adolescenti sono più inclini a mettere in atto comportamenti a rischio.

Gli studi di neuroimaging hanno dimostrato che il cervello dei giovani che spesso si dedicano al binge drinking è strutturalmente e funzionalmente diverso. Tra i risultati strutturali più evidenti c’è la riduzione dell’integrità della materia bianca, un elemento del sistema nervoso fondamentale per la trasmissione efficiente delle informazioni.

Sono state identificate anche alterazioni della materia grigia, con aumenti o diminuzioni in aree come lo striato ventrale, la corteccia cingolata anteriore e il giro frontale mediale, che sono fondamentali per l’elaborazione della ricompensa, il monitoraggio degli stimoli importanti e la memoria di lavoro.

In termini di connettività funzionale – il modo in cui le diverse aree cerebrali interagiscono – il binge drinking è associato ad anomalie nella configurazione delle reti che guidano la nostra attenzione dove è necessario e regolano il nostro comportamento per raggiungere obiettivi a breve e lungo termine.

Inoltre, gli studi di neuroimaging mostrano un’attivazione eccessiva nelle strutture cerebrali coinvolte nel controllo degli impulsi, nel processo decisionale e nell’elaborazione degli stimoli legati all’alcol.

Esiste una relazione tra l’età di inizio del consumo di alcol e i problemi successivi, che possono includere abuso di sostanze, demenza precoce o malattie cardiache. I dati sono chiari: quanto prima si inizia a bere, tanto più alto è il rischio di sviluppare queste patologie.

(Foto di Kelly Sikkema su Unsplash)

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