Da quando i diversi prodotti che ricadono sotto l’etichetta di “sigarette elettroniche” sono comparsi sul mercato, hanno raccolto le attenzioni dei consumatori, della politica, dei ricercatori, ma anche delle grandi aziende legate al tabacco – la cosiddetta Big Tobacco.

La presenza di tutti questi soggetti, che esprimono interessi e preoccupazioni diverse, ha portato nel tempo a una certa animosità nel dibattito. Da un lato c’è chi si concentra sulla potenzialità di questi prodotti di aiutare i fumatori abituali a uscire dalla loro dipendenza; dall’altro c’è chi si preoccupa di come le sigarette elettroniche possano attrarre giovani non fumatori verso una pratica le cui conseguenze per la salute non sono ancora del tutto chiare.

Come spiega un articolo uscito su Politico, diversi ricercatori che hanno tentato di indagare benefici e pericoli di questi prodotti hanno riferito di essere stati ridicolizzati pubblicamente, maltrattati dai colleghi e accusati di essere al soldo dell’industria. Nel frattempo, gli studi pubblicati diventano uno strumento utile per i lobbisti, che possono sfruttare i messaggi convenienti ai propri interessi contenuti nelle ricerche indipendenti e liquidare quelli negativi come non affidabili.

Uno degli avvertimenti espressi da Jamie Hartmann-Boyce, professore associato presso l’Università di Oxford, è proprio che questa litigiosità nel mondo scientifico potrebbe essere la più grande vittoria dei produttori: «Uno dei molti danni potenziali delle sigarette elettroniche potrebbe essere quello di dividere la comunità scientifica che si occupa di controllo del tabacco e di distrarla dalla lotta per ottenere cambiamenti significativi quando si tratta di controllare le sigarette a combustione».

I due mondi – quelli delle sigarette elettroniche e l’industria del tabacco – sono molto legati tra loro, spiega Politico. Mentre le prime sono state lanciate da produttori indipendenti, Big Tobacco è entrata rapidamente nel settore, acquistando marchi importanti o sviluppando prodotti propri.

L’articolo riporta l’esperienza di Charlotta Holm Pisinger, docente danese che si occupa di prevenzione del tabagismo. Pisinger era inizialmente favorevole al potenziale delle sigarette elettroniche, ma presto è diventata scettica al riguardo. Ora, Pisinger ha detto a Politico che ogni volta che scrive di nuovi prodotti del tabacco l’industria diventa “molto aggressiva”. «Mi attaccano personalmente – ha detto –. Mi ridicolizzano, mi accusano di ignoranza dei fatti e mettono in dubbio la mia professionalità. Scrivono che sono così accecata dall’odio che non riesco a vedere con chiarezza».

A essere preso di mira è anche chi adotta un approccio più aperto, ossia ricercatori che, pur non accettando finanziamenti da Big Tobacco, non rifiutano di partecipare a conferenze in cui l’industria potrebbe essere presente.

Tra queste rientra Linda Bauld, docente di salute pubblica all’Università di Edimburgo, che per questo – e per la sua opinione che le sigarette elettroniche possano essere un efficace strumento per smettere di fumare – è stata criticata aspramente. Bauld ha infatti subito “atti di bullismo” da parte dei colleghi a causa di divergenze di opinione sulle sigarette elettroniche o per il fatto di essere percepita come coinvolta nell’industria.

Nonostante Bauld e molti altri esperti indipendenti come lei non ricevano finanziamenti da Big Tobacco e abbiano trascorso gran parte della loro carriera lavorando per prevenire i danni causati dall’industria, spiega Politico, le loro ricerche vengono utilizzate dalla stessa industria per sostenere che le sigarette elettroniche siano strumenti efficaci di riduzione dei danni. L’industria spende poi milioni di euro in attività di lobbying per presentare queste ricerche ai politici.

Come si diceva più su, con un panorama della ricerca così frammentato, c’è un chiaro vincitore: l’industria. «È uno scenario da sogno per l’industria del tabacco avere ricercatori che parlano della sua causa, che promuovono la sua causa e che sono divisi tra loro», ha detto a Politico Pisinger. Mentre si sprecano energie per combattere gli uni contro gli altri, la ricerca sugli effetti nocivi delle sigarette elettroniche o sulla prevenzione dell’assuefazione dei giovani viene messa da parte.

(Foto di Koke Mayayo su Unsplash)

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