Secondo un report pubblicato su Nature Medicine, più di 47.000 persone in Europa sono morte per cause legate al caldo nel 2023, l’anno più caldo mai registrato al mondo. Ma il numero sarebbe potuto essere molto più alto.
Secondo lo studio, di cui scrive il New York Times, senza le misure di adattamento al caldo adottate negli ultimi due decenni, il numero di morti sarebbe potuto essere superiore dell’80%. Per le persone di età superiore agli 80 anni, il bilancio sarebbe potuto raddoppiare.
Il miglioramento si deve ai progressi dell’assistenza sanitaria, a una maggiore diffusione dell’aria condizionata e a una migliore informazione pubblica che ha permesso di mantenere le persone al chiuso e idratate in presenza di temperature molto alte.
Contare i decessi causati dal caldo estremo è difficile, in parte perché i certificati di morte non sempre citano il ruolo del caldo. Lo studio ha utilizzato i registri di morte di 35 Paesi forniti da Eurostat, che rappresentano circa 543 milioni di europei.
I ricercatori hanno utilizzato un modello epidemiologico per analizzare i decessi insieme alle registrazioni delle temperature settimanali del 2023 per stimare quale percentuale di decessi fosse attribuibile al caldo.
Gli ultimi due decenni hanno spinto le persone a modificare i loro comportamenti in risposta al caldo, spiega il Times. Altri cambiamenti a livello politico, come il miglioramento della pianificazione urbana, l’aumento degli spazi verdi, maggiori investimenti nelle energie rinnovabili e nei trasporti pubblici e la riduzione delle emissioni di gas serra, potrebbero contribuire all’adattamento.
Secondo i ricercatori, però, è difficile individuare le misure o le politiche di adattamento specifiche che hanno fatto la differenza rispetto alla stima della mortalità. “È davvero importante avere più studi sulla valutazione di ciò che viene effettivamente fatto, che valutino l’evoluzione dell’adattamento”, ha detto Francesca de’Donato, epidemiologa ambientale presso il Servizio Sanitario Regionale del Lazio.
I tassi più alti di decessi legati al caldo nello studio si sono verificati nei Paesi che hanno registrato le temperature più calde per i periodi più lunghi, comprese le alte temperature notturne, come Bulgaria, Spagna, Cipro, Portogallo e Italia.
Una delle prime forme di adattamento in Europa è stato un sistema di allerta che alcuni Paesi, come l’Italia, hanno adottato dopo un’estate eccezionalmente calda nel 2003, che ha contribuito a causare più di 70.000 morti in eccesso in tutto il continente. Il piano di adattamento al caldo del Paese è in vigore dal 2004, sulla base delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il sistema indica ai fornitori di servizi medici e sociali di controllare le persone più a rischio a intervalli di qualche giorno quando è in vigore un’allerta. I registri indicano chi è più vulnerabile al caldo in base a fattori come una malattia cronica, l’età, lo status socioeconomico o se una persona vive da sola.
(Foto di Delaney Van su Unsplash)
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