Come ampiamente previsto, nei giorni scorsi la Commissione europea ha aperto una nuova procedura d’infrazione per eccesso di deficit contro l’Italia e altri sei paesi.
“La procedura – spiega Lavoce.info – è stata aperta perché il deficit di questi paesi nel 2023 è stato non solo più elevato del limite previsto del 3 per cento (il 7,4 per cento nel caso dell’Italia, benché il dato sia un po’ gonfiato dalla contabilizzazione per competenza dei crediti edilizi), ma anche perché la deviazione non è stata considerata ‘temporanea e limitata’, a differenza di quello che è successo per altri stati (per esempio, Spagna e Finlandia) che pure hanno presentato un deficit superiore alla soglia”.
L’apertura della procedura non implica da subito l’imposizione di sanzioni, ma prevede l’inizio di un “percorso di rientro” dalla situazione di debito eccessivo che può durare alcuni anni. Anche se le multe non sono all’orizzonte, l’apertura della procedura è generalmente vista come un aumento del rischio del debito per il paese in questione da parte dei mercati, il che porta spesso a un aumento dei tassi d’interesse e quindi dello spread, cioè la differenza tra il rendimento dei BTP italiani e i Bund tedeschi. Termini un po’ tecnici forse, ma che riecheggiano stagioni ben precise della storia recente italiana.
In termini pratici, secondo lo stesso articolo, “pare ragionevole pensare, anche alla luce delle stime svolte da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio e di altri organismi tecnici, che l’aggiustamento richiesto all’Italia nei prossimi tre anni si aggiri attorno ai 10-12 miliardi all’anno, sia per uscire dalla procedura nel prossimo triennio che per seguire il Piano negli anni successivi”. Ciò vuol dire che molte delle misure introdotte dal governo negli ultimi mesi, tutte finanziate solo per l’anno in corso, dovranno trovare nuove coperture (tagliando quindi da altre voci di spesa), oppure essere cancellate.
L’Italia, spiega Openpolis, ha versato 800 milioni di euro per procedure d’infrazione tra il 2012 e il 2022 (i dati più recenti disponibili). “L’Italia – prosegue Openpolis – ha attualmente 65 procedure di infrazione aperte a proprio carico. Il nostro paese occupa l’ottavo posto tra gli stati Ue per numero più consistente di infrazioni pendenti. Tra i paesi principali fanno peggio Polonia e Spagna che occupano rispettivamente la prima e la seconda posizione con 87 e 86 procedure di infrazione pendenti. La Germania è decima con 63 procedure in corso, la Francia 12esima con 56”.
(Foto di bruno neurath-wilson su Unsplash)
Questo articolo è solo un pezzetto
Scrivere ci piace, ma l’attività principale di Avis Legnano è la sensibilizzazione alla donazione di sangue. Per partecipare a questo progetto basta compilare il modulo d’iscrizione.