La morte di una ragazza affetta da leucemia, avvenuta dopo il suo rifiuto di seguire cicli di chemioterapia consigliati dai medici, per rifugiarsi nelle strampalate teorie alternative di un ex medico tedesco, impone alcune riflessioni sulla libertà di cura in rapporto a una corretta informazione scientifica nei pazienti. Se la prima è infatti un diritto dell’individuo che va tutelato e difeso da ogni imposizione esterna (e allora si dovrebbe parlare seriamente anche di “fine vita” in Italia), a un livello più profondo bisogna osservare che una vera libertà di scelta non c’è se mancano informazioni e consapevolezza sul proprio stato di salute e sulle possibilità di cura previste dalla medicina. A seguito di questo caso recente, le testate italiane hanno cominciato a occuparsi delle pericolose pratiche messe in atto dall’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer, radiato dall’albo nel 1986 con una sentenza che non lascia molti dubbi sul suo equilibrio: «I certificati degli psichiatri che lo esaminarono – scrive Salvo Di Grazia sul suo blog MedBunker –, sottolineavano che “il carattere di Hamer è da considerare piuttosto come un carattere fanatico (…) Si tratta di un medico con idee volgari, pronto a credere nella assolutezza delle sue idee, incapace di una valutazione equilibrata” (fonte: sentenza del 1990 del tribunale amministrativo di Coblenza)».

Oltre a non avere alcun fondamento scientifico, le sue teorie hanno alla base pericolose idee antisemite, visto che Hamer è convinto che le “lobby ebraiche” controllino la medicina mondiale, e che gli ebrei si curino col suo metodo, impedendo ai non ebrei di avervi accesso: «La sua “Nuova medicina germanica” – si legge sul sito internet dell’Airc – si chiama così perché rappresenta, secondo lui, un’alternativa “germanica” alla medicina clinica ufficiale, che farebbe parte di una cospirazione ebraica per decimare i non ebrei». A dir poco inquietante.

Ed ecco, sempre dal sito di Airc, una breve sintesi della visione di Hamer sulla formazione dei tumori e lo sviluppo di malattie in generale: «Ogni malattia è causata da un conflitto di tipo psichico, e la guarigione di qualsiasi malattia passa attraverso la risoluzione di quel conflitto. Dal punto di vista scientifico, le pretese “leggi della biologia” illustrate da Hamer non sono altro che invenzioni, in contrasto con quello che è noto e dimostrato sulla fisiologia umana». Il suo approccio è stato studiato negli anni da diversi centri di ricerca, e i documenti che ne sono usciti hanno sempre condannato senza appello ogni parola in ambito medico-scientifico uscita dalla bocca di Hamer, arrivando a parlare senza mezzi termini di «pericolosa ciarlataneria».

Purtroppo, quando di mezzo c’è la disperazione, pseudo-scienziati di questo tipo hanno gioco facile nel proporre le proprie panacee (vi ricordate del “metodo Stamina”?) a base, per esempio, di vitamine e integratori. Se da un lato esse non arrecano magari un danno diretto al malato, hanno la gravissima responsabilità di ritardare o impedire l’accesso alle cure della medicina ufficiale che, se attuate in tempo, hanno in molti casi la possibilità di salvare la vita del paziente e assicurargli una buona qualità di vita dopo la malattia. Nel caso ce ne fosse bisogno, riportiamo l’efficace sintesi per punti che Di Grazia fa sui meccanismi che si innescano quando questo tipo di “cure” fanno la loro comparsa:

«1. Un medico sviluppa un’idea personale sulla genesi e sulla cura del cancro.

2. Questa idea non è dimostrata né dagli studi scientifici esistenti, né dal suo sviluppatore.

3. Viene affermato di riuscire a guarire un’altissima percentuale di malati.

4. Non vengono mostrati casi di UN SOLO malato guarito in maniera incontrovertibile da questa “terapia”.

5. Si lanciano accuse contro la medicina in uso e si condannano medici e chemioterapia.

6. Esiste una lobby che occulta di proposito la “nuova scoperta”.

7. L’ideatore della “terapia” è “perseguitato, calunniato, deriso”.

8. La “cura” è pubblicizzata tramite i mezzi di comunicazione, attualmente tramite internet».

La prossima volta che vi imbatterete in qualcuno che sostiene che, per esempio, è possibile arrestare l’invecchiamento con l’olio di ricino, o che può curarvi una grave malattia col succo di mela, ricordate che probabilmente siete al punto 8. di questo elenco. Procedendo a ritroso, probabilmente riscontrerete che tutti i punti precedenti, in qualche fase del percorso, sono stati toccati. Meglio dunque stare alla larga e anzi segnalare alle autorità chi pratica cure prive di fondamento scientifico che possono ritardare l’accesso alle cure dagli effetti comprovati. Contribuirete a fare informazione, e dunque a promuovere una più autentica libertà di scelta.

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