Un nome storico del giornalismo italiano, quello di Antonio Lubrano, ha firmato ieri sulla testata web ilJournal.it un articolo su un argomento di cui si è occupato a lungo nella sua vita lavorativa: le truffe. Dal 1990 al 1997, Lubrano ha condotto una trasmissione molto popolare, “Mi manda Lubrano”, schierata dalla parte dei cittadini vittime di raggiri da parte di aziende, sedicenti maghi e affaristi, ma anche della pubblica amministrazione. Oggi il giornalista torna a parlarne nella sua rubrica “Singolare/plurale”, per far notare come le nuove vittime dei sempre più frequenti raggiri siano sempre di più, oltre agli anziani -da sempre bersaglio preferito della disonestà, soprattutto quella che viaggia porta-a-porta-, i giovani in cerca di lavoro. Giovani e pensionati uniti da un triste denominatore comune: la debolezza.

Queste, secondo l’Unione nazionale consumatori, le casistiche più frequenti: 1. Al provino segue la richiesta di un corso di formazione a pagamento con la promessa di una finta assunzione. 2. Realizzazione di un costoso book fotografico. 3. Iscrizione a un club che nasconde meccanismi di vendita piramidali. 4. Lavoro a domicilio con lauti guadagni. 5. Installazione distributori di gadget, caramelle… 6. Offerta di lavoro via mail come intermediario finanziario.

Ed ecco un utile vademecum su come difendersi, anch’esso suggerito dall’Unc: a. Diffidiamo di chi ha fretta di farci concludere l’“affare” e di chi ci chiede somme di denaro per iniziare l’attività. b. Leggiamo sempre il contratto dall’inizio alla fine. c. Pretendiamo copia scritta del contratto, timbrata e firmata dal datore di lavoro. d. Verifichiamo se l’azienda è iscritta alla Camera di commercio. e. Non firmiamo mai documenti in bianco. f. Facciamo una ricerca su internet in cerca di notizie circa l’esperienza di altri. g. In caso di problemi reclamiamo sempre per iscritto. Ricordiamo che ci si può sempre rivolgere alle forze dell’ordine, se si crede di aver subito un raggiro, oppure si possono contattare le associazioni di difesa dei consumatori, come Unc (info@consumatori.it), oppure Altroconsumo.

Al di là delle comunicazioni di servizio, di cui ci facciamo volentieri strumento, va segnalato che la tendenza a mettere le proprie speranze nelle mani di sconosciuti, abili solo a fare promesse, tradisce un sentimento di disperazione e fatalismo che preoccupano. Se la situazione di debolezza degli anziani, soprattutto se soli, è purtroppo connaturata alla vita delle nostre città, e per questo necessita di un’azione di tutela da parte di familiari, volontariato e istituzioni, per i giovani disoccupati il discorso è diverso.

Coloro che dovrebbero essere la forza motrice della ripresa e del cambiamento, che dovrebbero mostrare i muscoli di fronte al tentativo di raggiro, e anzi denunciarlo, si trovano al contrario ad aver bisogno di altrettanta tutela. Se la guardiamo dal punto di vista di chi offre queste “opportunità”, è un altro capitolo della guerra tra poveri. Qualche articolo fa parlavamo della svalutazione del lavoro in termini di diritti del lavoratore, e dei compromessi che quest’ultimo accetta. Oggi spostiamo il tiro verso un altro compromesso, ossia quello di chi continua a fare un lavoro che sa essere disonesto pur di portare a casa uno stipendio, seppure macchiato dalle truffe messe a segno.