Pubblichiamo oggi un comunicato stampa diffuso da Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), in cui si esprime preoccupazione per il possibile taglio di cento milioni di euro destinati al finanziamento dei servizi sociali in Lombardia. Il 19 maggio si svolse una manifestazione a Milano per protestare contro la possibile decurtazione dei fondi (ne parlammo anche qui). Ai risultati, comunque importanti, raggiunti allora grazie al dialogo con la Regione, seguono le notizie di oggi, che vi presentiamo per bocca dell’associazione:
«Mercoledì 21 dicembre il Consiglio regionale della Lombardia discuterà e voterà il bilancio regionale per il 2012. A oggi risulta che per quanto riguarda la voce di bilancio del capitolo degli interventi sulle politiche sociali siano stati previsti 40 milioni di euro, 30 in meno rispetto all’anno in corso. Se a questi tagli aggiungiamo i circa 85 milioni di euro di minori trasferimenti dallo Stato ai Comuni lombardi, frutto delle finanziarie del precedente governo, raggiungiamo gli oltre 100 milioni di risorse in meno che i Comuni avranno per il finanziamento dei servizi sociali essenziali.
Nel giugno scorso la Regione Lombardia, anche a seguito della grande manifestazione dei cittadini lombardi con disabilità, delle loro famiglie, delle associazioni e delle organizzazioni del Forum del terzo settore, compì un grande sforzo per riuscire a garantire un livello di stanziamenti per le politiche sociali equivalenti a quelli dell’anno precedente. Ledha è consapevole della difficilissima situazione finanziaria che il Paese, e di conseguenza le istituzioni territoriali, sta attraversando, e anche la manovra in discussione in queste ore in Parlamento prevede ulteriori pesanti sacrifici. Ma riteniamo che un Paese civile si riconosca anche dalla sua capacità di garantire, anche in situazione di criticità economica, il rispetto dei diritti dei propri cittadini, in particolare di quelli a rischio di emarginazione […]
Per questo Ledha sta cercando da un paio di mesi un confronto con l’assessorato alla Famiglia e solidarietà sociale e con la Commissione terza della Regione Lombardia, non solo per chiedere un ulteriore sforzo per garantire lo stesso livello di stanziamenti dello scorso anno, ma per cominciare a ragionare sulle priorità dei servizi da garantire e su una riforma improrogabile del welfare lombardo. Un nuovo assetto normativo che, partendo dai contenuti del Piano d’azione sulla disabilità, possa ridefinire la filiera dei servizi, valutandone l’efficacia in termini di inclusione sociale e la congruità economica in funzione della qualità della vita delle persone che hanno accesso ai servizi.
È arrivato il momento di un reale confronto a 360 gradi su questioni dirimenti:
– la definizione di livelli essenziali socio assistenziali che garantiscano l’effettiva esigibilità del diritto ad una vita dignitosa;
– la presa in carico dell’ente pubblico non suddivisa per bisogni, ma riunificata da progetto di vita personalizzato (art. 14 della L.328/2000), in modo da poter monitorare non solo la spesa sostenuta per ogni cittadino con disabilità, ma anche l’efficacia delle politiche sociali attivate;
– l’attivazione, finalmente, di un piano per la Vita Indipendente che declini questo diritto umano fondamentale ai vari livelli di disabilità, siano essi motori, intellettivi e cognitivi, sensoriali.
Solamente partendo da questa visione strategica e usandola come paradigma con cui sviluppare tutte le politiche sociali sulla disabilità si potrà affrontare anche una razionalizzazione della spesa, migliorando la qualità della vita delle persone con disabilità lombarde.
Se il Consiglio Regionale della Lombardia approverà il bilancio 2012 con i tagli fin qui previsti, Ledha non potrà che indire uno stato di mobilitazione permanente definendo diverse forme di iniziative, sia di carattere politico, sia legale, per arrivare a un confronto a livello regionale e locale con l’obiettivo di salvaguardare i servizi socio assistenziali essenziali e difendere la dignità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie».