C’è ancora tanto da dire sulla legge di Stabilità, nell’attesa che sia votato il testo definitivo da pubblicare in Gazzetta ufficiale. A leggere il testo attuale, sembra di sfogliare una cipolla: man mano che superi gli strati esterni e vai in profondità, c’è sempre più da piangere. Per esempio, sul tema del Servizio civile, il sito Vita.it riportava ieri che sono previste riduzioni nei finanziamenti per i prossimi anni: «Nel dettaglio: per il 2013 è previsto uno stanziamento di 71,2 milioni di euro contro i 75,6 di quanto deciso un anno fa, nel 2014 si passa da 82,5 a 76,6 mentre per il 2015 da 81,3 a 77 milioni scarsi». Una secca smentita di quanto diceva tempo fa il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi: «Ho chiesto al ministero di Economia e finanza di integrare il fondo fino ad arrivare a 120 milioni». Una cifra per raggiungere la quale bisogna al momento sommare, all’incirca, le risorse dei prossimi due anni. Ieri parlavamo del programma Erasmus come di un’importante fonte di integrazione e costruzione dei cittadini del futuro; forse occorre ricordare l’importanza del servizio civile come esperienza formativa per l’individuo, senza tralasciare il contributo alla comunità che danno ogni anno i giovani volontari.
Ma non è solo di questo che vogliamo parlare, perché è anche il tema del fisco a preoccupare. L’analisi di Luca Ricolfi su La Stampa parla di una pressione fiscale iniqua, che colpisce tutti, ma soprattutto i più poveri. Qui l'”effetto cipolla” è ancora più evidente. All’esterno, ben visibile, l’annunciata riduzione dell’Irpef. Ma poi, iniziando a sfogliare, arrivano le lacrime, prima con la scomparsa di detrazioni e deduzioni, con introduzione di franchigie sulle donazioni alle onlus, poi con l’aumento dell’iva. Come dimostrato da Ricolfi (se ne è parlato anche ieri mattina a Tutta la città ne parla, su Radio3), l’abbassamento delle tasse finisce per favorire i redditi più alti, perché il conteggio viene fatto per scaglioni. Un esempio concreto: «Un lavoratore che guadagna 18mila euro avrà uno sconto di 180 euro l’anno (15 euro al mese), ma un lavoratore che guadagna il doppio, ossia 36mila euro, avrà uno sconto di 280 euro (23 euro al mese), perché percepirà interamente gli sconti previsti sui primi due scaglioni (fino a 28 mila euro)». E chi non dichiara nulla, perché non guadagna abbastanza (tralasciamo gli evasori), si troverà senza alcun incentivo, ma come tutti gli altri dovrà fare i conti con l’aumento dell’iva.
Altro punto messo in risalto da Ricolfi sono i tempi di entrata in vigore delle misure: «Mentre tutti i benefici fiscali previsti sono futuri, la soppressione degli sconti in vigore (detrazioni e deduzioni) scatta già sui redditi del 2012», agendo esplicitamente «“in deroga” allo Statuto dei diritti del contribuente (la legge del 2000 che tutela i cittadini dagli abusi dello Stato in materia fiscale)». Sicuramente cambieranno tante cose in questa legge, la pressione delle varie parti sociali e politiche costringerà il governo ad accettare modifiche al testo presentato. È già avvenuto, visto che sono state «eliminate le paventate previsioni relative alla stretta sui permessi lavorativi [per i parenti di persone con disabilità] ex legge 104/92 e assoggettabilità ai fini Irpef delle pensioni di invalidità», ha detto il presidente Anffas Roberto Speziale. Intanto registriamo da parte dell’esecutivo la volontà di presentare al Parlamento, e quindi ai cittadini, un testo che rappresenta un vero e proprio schiaffo alle famiglie, a chi guadagna poco o niente, e dove la politica del rigore sembra applicarsi sempre più a senso unico.