Nel 2016, un ricercatore universitario negli Stati Uniti approfittò di un’ondata di calore per testare l’effetto delle alte temperature sulle capacità cognitive dei suoi studenti. Gli effetti riflettono ciò che molte ricerche hanno poi confermato, ossia che il caldo influenza la nostra capacità di pensare e anche i nostri comportamenti sociali, e questo vale anche per persone molto giovani.

Durante i giorni più caldi, riporta un articolo sul New York times, gli studenti nei dormitori senza aria condizionata, dove la temperatura notturna era in media di 26 gradi, hanno ottenuto risultati significativamente peggiori nei test che facevano ogni mattina rispetto agli studenti con l’aria condizionata, le cui stanze rimanevano ad una piacevole temperatura di 21,7 gradi.

Numerosi studi condotti in laboratorio hanno prodotto risultati simili: i punteggi dei test cognitivi sono diminuiti quando gli scienziati hanno aumentato la temperatura della stanza. Uno studio ha rilevato che un aumento di soli quattro gradi – che i partecipanti hanno descritto come una sensazione di comfort – ha portato a un calo medio del 10% delle prestazioni nei test di memoria, tempo di reazione e funzioni esecutive.

In un altro studio, si è visto che più giorni di caldo superiore alla media c’erano durante l’anno scolastico, peggio facevano gli studenti in un test standardizzato, soprattutto quando il termometro superava i 26,7 gradi. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la maggiore esposizione al calore influisce sull’apprendimento degli studenti durante tutto l’anno.

I ricercatori hanno scoperto per la prima volta il legame tra il caldo e l’aggressività esaminando i dati sulla criminalità, spiega il Times, scoprendo che nei giorni caldi si verificano più omicidi, aggressioni ed episodi di violenza domestica. Il legame vale anche per gli atti non violenti: quando le temperature si alzano, le persone sono più propense a fare discorsi d’odio online e a suonare il clacson.

In un esperimento del 2019, le persone hanno agito in modo più ostile verso gli altri giocando a un videogioco in una stanza calda rispetto a una fresca.  La cosiddetta aggressività reattiva tende a essere particolarmente sensibile al calore, probabilmente perché le persone tendono a interpretare le azioni degli altri come più ostili nelle giornate calde, spingendole a rispondere in modo gentile.

I ricercatori non sanno perché il caldo influenzi la nostra cognizione e le nostre emozioni, ma esistono delle teorie. Una di queste è che le risorse del cervello vengano dirottate per tenerci al fresco, lasciando meno energia per tutto il resto. Se si sta destinando tutto il sangue e tutto il glucosio alle parti del cervello che si concentrano sulla termoregolazione, sembra molto plausibile che non ne rimanga abbastanza per alcune funzioni cognitive superiori.

Il modo migliore per contrastare questi effetti è rinfrescarsi il prima possibile, conclude il Times. Se non avete accesso all’aria condizionata, i ventilatori possono aiutarvi e assicuratevi di rimanere idratati.

(Immagine di lookstudio su Freepik)

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