Comunicare bene la scienza è una questione centrale in questo periodo storico. Se un sano scetticismo critico è un esercizio sempre utile (purché basato su competenze e argomentazioni solide), la facilità con cui si cede a teorie cospiratorie e complottiste è un dato preoccupante. La cosa non riguarda solo le scienze “dure”, ma anche l’economia. Il filosofo ed economista Francesco Guala riprende il caso di uno studio sugli ipotetici costi sostenuti dagli italiani a seguito dell’adozione dell’euro, mostrando come si sia passati da una ricerca sperimentale a conclusioni date come notizie.
[…] Un caso emblematico si è verificato pochi giorni fa, quando la Reuters ha lanciato i risultati di uno studio secondo il quale l’introduzione della moneta unica europea sarebbe costato agli italiani ben 57 mila euro (Pil pro capite) nel corso di un ventennio, mentre altri paesi (Germania in testa) ne avrebbero ricevuto guadagni significativi. La notizia si è rapidamente diffusa su blog e quotidiani, senza mai approfondire i dettagli della ricerca stessa.
Chi sono gli autori, tanto per cominciare? Lo studio è firmato da due ricercatori (Alessandro Gasparotti e Matthias Kullas) del Centre for European Studies, un “Think Tank” tedesco di ispirazione neoliberale. Si tratta quindi di una ricerca di un istituto privato che persegue fini politici, e che non ha passato ancora il vaglio della comunità scientifica (non è stato pubblicato su una rivista economica di qualità). Questo non significa, ovviamente, che si tratti di una bufala. Anzi, la domanda che si pone lo studio è importante e interessantissima.
Nessun economista sano di mente affermerebbe che l’Italia abbia avuto vita facile a partire dall’introduzione dell’euro. La domanda difficile e interessante, tuttavia, è che cosa sarebbe successo se l’Italia non fosse entrata nel sistema della moneta unica. In gergo tecnico, questa è una domanda controfattuale, alla quale è difficile rispondere perché richiede conoscenze che vanno “contro” i fatti a disposizione. Purtroppo moltissime domande importanti – le domande di tipo causale, per esempio – richiedono conoscenze controfattuali. Vogliamo sapere se l’aspirina mi ha fatto passare il mal di testa? Dobbiamo chiederci che cosa sarebbe successo se non l’avessi presa. Ma dato che l’ho presa (e il mal di testa mi è passato), non posso rispondere a questa domanda semplicemente osservando che cosa è successo (i fatti).
Possiamo però raccogliere dati su casi che assomigliano a quelli che ci interessano, osservando per esempio persone come me afflitte dal mal di testa, ma che non prendono l’aspirina. In alcuni casi è possibile farlo sistematicamente, disegnando esperimenti controllati o randomizzati. Ma in altri non si può. Non possiamo ripetere l’esperimento dell’euro e vedere come se la caverà un paese simile in tutto e per tutto all’Italia o alla Germania. I ricercatori del Cep quindi hanno seguito un’altra strada: hanno costruito un paese fittizio per simulare quale sarebbe stata la traiettoria del Pil italiano fuori dal sistema dell’euro. Poiché non esiste un paese simile all’Italia, ne hanno inventato uno prendendo come modello alcuni paesi che erano cresciuti più o meno come l’Italia prima del 1999.
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(Photo by Isaac Smith on Unsplash)