Come per molte altre patologie, e per il mantenimento di stili di vita sani in generale, l’attività fisica regolare è una parte importante del trattamento di molti disturbi intestinali, in particolare della sindrome dell’intestino irritabile (SII). La mancanza di movimento, magari a causa di un infortunio, può addirittura essere il fattore scatenante della sindrome dell’intestino irritabile.
Diversi studi hanno dimostrato che i pazienti affetti da SII che praticano regolarmente attività fisica hanno meno sintomi di quelli che non ne praticano, spiega un articolo sul New York Times. Tuttavia, sebbene gli esperti concordino sul fatto che l’esercizio fisico da lieve a moderato sia benefico, le ragioni della sua efficacia restano in parte sconosciute.
La SII, prosegue l’articolo, è causata da una cattiva comunicazione tra il cervello e l’intestino, che provoca dolore e gonfiore durante il normale processo di digestione. Per alcune persone essa provoca principalmente stitichezza, mentre altre sperimentano soprattutto diarrea o una combinazione delle due cose.
L’apparato digerente è dotato di una complessa rete di neuroni – talvolta chiamata “secondo cervello” – che controlla il flusso sanguigno, le secrezioni e centinaia di funzioni intestinali attraverso il nervo vago, che collega il cervello agli organi del corpo. Per questo motivo, il cervello ha un’influenza notevole sull’apparato digerente e viceversa.
I benefici dell’esercizio fisico per la salute mentale possono ripristinare il collegamento tra cervello e intestino e influire sulla sindrome dell’intestino irritabile.
Gli esperti hanno anche scoperto che l’esercizio fisico migliora il microbioma intestinale. Per esempio, è stato dimostrato che fare esercizio per due ore e mezza alla settimana favorisce la crescita di decine di batteri sani che proteggono la parete intestinale, riducono l’infiammazione e scompongono il cibo nei suoi elementi costitutivi.
Il miglior uso dell’esercizio fisico per la SII, spiegano gli esperti sentiti dal Times, è probabilmente la prevenzione della patologia, piuttosto che il suo trattamento. Ma se si soffre già di SII, il movimento regolare può comunque fare la differenza, soprattutto se non ci si allena regolarmente. L’esercizio fisico è considerato da alcuni la terza priorità nella terapia, dopo aver regolato la dieta e affrontato i problemi di salute mentale sottostanti, ma prima di ricorrere ai farmaci.
Secondo gli esperti, l’esercizio fisico è più utile per i pazienti che soffrono di stitichezza a causa della SII che per quelli che soffrono più spesso di diarrea. Tuttavia, uno studio recente condotto in Italia ha suggerito che i pazienti con entrambe le forme potrebbero trarre beneficio.
Che tipo di esercizio è meglio fare? La risposta più semplice è quello che vi fa sentire bene e che siete in grado di seguire.
La maggior parte degli esperti suggerisce di iniziare con esercizi leggeri e rilassanti come camminare, yoga e tai chi. La SII è più sensibile allo stress di qualsiasi altra malattia dell’apparato digerente e gli esercizi che si concentrano sulla muscolatura centrale (yoga, pilates) hanno un effetto calmante.
Sebbene la maggior parte degli esperti abbia dichiarato che non ci sono prove che una maggiore intensità sia migliore, l’esercizio moderato, come il jogging o altre attività che fanno mancare il fiato, potrebbe offrire ulteriori benefici. Ma se siete alle prime armi con l’esercizio fisico, è bene iniziare lentamente: due o tre sessioni da 20 minuti alla settimana, prima di provare a incrementare.
È importante trovare un’attività che non sia eccessivamente dolorosa. Se riuscite a gestire il disagio intestinale per qualche settimana, vale la pena spingersi oltre. Ma se il dolore diventa troppo forte, è meglio concentrarsi su altri percorsi di cura, come la dieta o i farmaci. Gli esperti concordano sul fatto che alcune forme di esercizio fisico intenso, come la corsa a lunga distanza (che può influire sulla digestione), potrebbero aggravare i sintomi.
Piuttosto che concentrarsi sull’intensità dell’esercizio, conclude l’articolo, è meglio puntare sulla costanza e avere un atteggiamento indulgente nei confronti di se stessi.
Col sangue si fanno un sacco di cose
Le trasfusioni di sangue intero sono solo una piccola parte di ciò che si può fare con i globuli rossi, le piastrine, il plasma e gli altri emocomponenti. Ma tutto dipende dalla loro disponibilità, e c’è un solo modo per garantirla.