Dopo la pubblicazione del decreto “cura Italia”, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) aveva indicato una serie di motivazioni per cui il provvedimento doveva essere corretto e migliorato per favorire maggiormente le persone con disabilità. Le proposte sono state concretizzate in una serie di emendamenti, pubblicati sul sito della federazione. Si prevedeva, tra le altre cose, «il potenziamento da subito del Fondo nazionale per la non autosufficienza (+150 milioni)», oltre a «interventi immediati di monitoraggio meticoloso nelle strutture per disabili e non autosufficienti (circa 270.000 persone) e di prevedere interventi anche di trasferimento in altri luoghi per garantire il contenimento del contagio; anche per questo FISH prevede uno specifico stanziamento». Col passare dei giorni, si è però capito che nella discussione parlamentare che porterà alla conversione in legge del decreto (un passaggio necessario entro 60 giorni dalla pubblicazione affinché il decreto stesso non perda efficacia), le istanze di Fish non sono state fin qui prese in considerazione. Da qui la decisione della federazione di esprimersi nuovamente, con parole molto critiche nei confronti della legge in arrivo, e a tutela delle persone con disabilità.
Assenze e ricoveri
Le critiche hanno riguardato principalmente l’articolo 26 del decreto “Cura Italia”, che prevede l’equiparazione a ricovero ospedaliero, fino alla fine di aprile, delle assenze dei lavoratori con disabilità grave o con patologie che comportano immunodepressione, o esiti da patologie oncologiche. «A oltre 15 giorni dall’entrata in vigore – ha detto Vincenzo Falabella, presidente di Fish – quella disposizione è ancora inapplicata: i lavoratori con disabilità, le aziende, le amministrazioni, i medici sono stati abbandonati nel caos senza nessuna indicazione operativa se non un articolo di legge carico di ambiguità. Non si comprende quali siano le procedure, chi siano i medici autorizzati a rilasciare la certificazione, se questa debba essere presentata anche dalle persone con grave disabilità, se quel periodo di assenza incida o meno sul comporto. L’abbiamo chiesto in ogni dove, raccogliendo il silenzio dell’INPS, del Ministero della Salute, del Ministro della Pubblica Amministrazione e un sostanziale immobilismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il testo è talmente incerto che lo stesso Governo ne ha proposto un emendamento (troppo limitato) in sede di conversione in legge: il che significa vederlo forse applicato a maggio».
Indennità straordinaria negata
Il presidente di Fish critica anche la scelta di non includere nel supporto straordinario destinato alle partite Iva i lavoratori con disabilità che percepiscono invalidità civile: «La scorsa settimana vi è stato un gran parlare dell’indennità straordinaria ai lavoratori autonomi (i c.d. 600 euro). Vi è stata una domanda talmente elevata da mandare in tilt anche i sistemi di INPS (peraltro con grossi problemi di accessibilità, come denunciato dall’Associazione “Coscioni”). Ebbene i lavoratori con disabilità che siano titolari di pensione di invalidità civile (290 euro al mese) nella circolare applicativa di INPS vengono di fatto esclusi da questo supporto straordinario. Ne abbiamo chiesto conto al Presidente di INPS, al Ministero del lavoro, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, raccogliendo anche qui il silenzio». Si tratta di critiche molto dure. C’è ancora tempo per intervenire, ma sempre meno. È bene che la politica ascolti con attenzione chi si fa portavoce delle persone più fragili.
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