Se c’è un sito web che non ha bisogno di presentazioni, è proprio Wikipedia. La più nota enciclopedia online ha ormai vent’anni di vita, un’eternità per il mondo digitale, e in questi anni la sua presenza è andata allargandosi costantemente, a coprire sempre più argomenti e lingue.
Ma Wikipedia è anche una comunità. Com’è noto, chiunque può modificare o aggiungere pagine, che poi seguiranno un processo di validazione per essere approvate o respinte.
In generale, Wikipedia è uno dei progetti di maggiore successo che il web abbia partorito finora, caratterizzato da grande partecipazione e consultato da milioni di persone in ogni momento. Ma questa è solo una parte della storia, perché, come tutte le comunità, anche quella di Wikipedia ha i suoi limiti. Ne hanno scritto due ricercatori, Zachary McDowell e Matthew Vetter, in un libro dal titolo Wikipedia and the Representation of Reality (Wikipedia e la rappresentazione della realtà), che si può scaricare gratuitamente.
Come riportano in un post per il blog della London School of Economics, Wikipedia è secondo loro «uno dei luoghi più fraintesi su internet». Il problema, sostengono, è che si crea spesso una grande distanza tra le linee guida del sito e le reali pratiche editoriali.
Innanzitutto, spiegano, Wikipedia non ha regole “fisse”, ma linee di indirizzo che dovrebbero guidare la sua mission enciclopedica. Tra i diversi principi, i due autori si soffermano su quattro in particolare.
Il primo è l’affidabilità e si riferisce a quella delle fonti secondarie su cui il sito è basato. Poi c’è la verificabilità, che impone che tutte le citazioni riportate siano riferite a una fonte precisa. Segue il principio del punto di vista neutrale, che si riferisce sia al linguaggio utilizzato (che deve essere descrittivo e informativo, mai persuasivo), sia alla rappresentazione delle informazioni negli articoli. L’obiettivo è dunque non dare una sovrarappresentazione a punti di vista marginali, non supportati da fonti affidabili, come per esempio quelli che negano il riscaldamento globale. Da ultimo, in questa selezione, il fatto che l’argomento sia rilevante, sulla base di una varietà di fonti che ne parlano.
Fin qui tutto bene. Il problema è che Wikipedia, come ha detto l’ex direttrice di Wikimedia (la fondazione che gestisce Wikipedia), riflette le distorsioni e i pregiudizi della società. Innanzitutto, essa si basa su fonti secondarie, quindi resta affidabile nella misura in cui lo sono queste ultime; ma ciò implica anche che i suoi contenuti soffriranno degli eventuali bias (pregiudizi) delle fonti da cui è tratta.
I problemi non riguardano però solo i contenuti, ma anche la comunità in sé. Come spiega una voce di Wikipedia, meno del 20 per cento di coloro che contribuiscono all’enciclopedia si identifica come donne. Questo porta a una serie di bias relativi a lacune nei contenuti, a problemi nelle linee guida, al clima che si respira nella comunità, che talvolta sfocia in vere e proprie molestie.
Gli autori riportano per esempio il caso di Donna Strickland, la prima donna a vincere un premio Nobel per la fisica dopo Marie Curie, che non solo non aveva una pagina Wikipedia dedicata a lei fino a un’ora e mezza dopo l’assegnazione del premio, ma si è poi scoperto che una bozza precedente di quella pagina era stata rifiutata dalla comunità perché non soddisfaceva il requisito della rilevanza.
Wikipedia, come dicevamo, resta uno dei progetti più positivi e di successo che siano stati prodotti da quando è iniziata la “rivoluzione digitale”. Proprio per questo bisogna che si facciano degli sforzi per portare al suo interno maggiore diversità e sensibilità.
(Foto di Patrick Tomasso su Unsplash)
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