Un nuovo report di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, fornisce uno sguardo dettagliato sulle condizioni di vita nei Paesi dell’UE e dell’EFTA, evidenziando l’impatto delle recenti crisi come la pandemia COVID-19 e la guerra in Ucraina. Il rapporto utilizza principalmente i dati del 2022 e del 2023 per tracciare un quadro del reddito e delle disuguaglianze, della situazione delle famiglie, del lavoro, della salute, della disabilità e della soddisfazione delle persone in tutto il continente.

Uno dei risultati che colpiscono di più è la significativa disparità di reddito tra i Paesi dell’UE. Il reddito mediano annuo disponibile nell’UE nel 2023 era di 19.955 euro per abitante, ma dietro questa cifra si nascondono notevoli differenze. I paesi occidentali e nordici hanno registrato i livelli più alti, mentre i paesi meridionali, orientali e baltici hanno registrato i livelli più bassi. Ad esempio, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria avevano tutti redditi mediani inferiori a 11.500 euro, mentre Austria e Lussemburgo vantavano redditi superiori a 28.000 euro. Il rapporto rivela che la disuguaglianza di reddito, misurata dal coefficiente Gini, è più pronunciata in Bulgaria e Lituania, mentre Slovacchia, Slovenia, Belgio e Repubblica Ceca hanno una distribuzione del reddito più uniforme.

L’Italia, pur non essendo tra i Paesi con i redditi più bassi, ha registrato una leggera diminuzione del reddito mediano in termini reali tra il 2010 e il 2023. Ciò significa che, nonostante la crescita economica complessiva, le persone residenti in Italia hanno subito un piccolo calo del potere d’acquisto in questo periodo. Il Sud, in particolare, si trova ad affrontare le sfide più grandi, con la regione Calabria che ha una delle quote più alte di persone a rischio di povertà o esclusione sociale in tutta l’UE (48,6%, quasi una su due).

Il rapporto evidenzia anche l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia sulle famiglie. Nel 2023, oltre il 10% delle persone nell’UE ha dichiarato di non potersi permettere di mantenere le proprie case adeguatamente riscaldate, con un notevole aumento rispetto agli anni precedenti. Questo problema è stato particolarmente sentito in Bulgaria, Spagna e Portogallo, dove oltre il 20% dei residenti ha incontrato questa difficoltà.

Anche l’accesso all’assistenza sanitaria rimane una sfida in alcune parti dell’UE. Il rapporto rileva che la Grecia, in particolare, presenta alti livelli di bisogni non soddisfatti di visite mediche, con molte persone che riferiscono di avere difficoltà ad accedere alle cure a causa dei costi, della distanza o delle lunghe liste d’attesa.

Oltre agli indicatori economici, il rapporto esamina anche le misure soggettive del benessere, come la soddisfazione di vita e la fiducia. Sebbene la soddisfazione di vita complessiva nell’UE sia rimasta relativamente stabile tra il 2018 e il 2023, si sono registrate notevoli variazioni tra i Paesi, con la Finlandia che ha registrato i livelli più alti e la Bulgaria quelli più bassi. È interessante notare che il rapporto ha anche rilevato che la fiducia negli altri è generalmente più alta tra coloro che hanno livelli di istruzione più elevati.

Il rapporto di Eurostat fornisce una preziosa panoramica delle diverse condizioni di vita in Europa e sottolinea la necessità di politiche che affrontino in maniera efficace le disuguaglianze persistenti e l’impatto degli sviluppi economici e sociali recenti.

(Immagine da freepik)

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