Tempo fa scrivemmo un post sulla lista Falciani, che oggi torna a far parlare di sé col nome di lista Lagarde. Come spiegavamo allora, si tratta di un elenco con i dati di 80mila correntisti (di cui 7mila italiani) della banca svizzera Hsbc, trafugato dall’ex impiegato Hervé Falciani tra il 2006 e il 2007 e poi finito nelle mani delle autorità francesi nel 2009. In quella lista figurerebbero nomi di spicco del mondo politico e finanziario italiano e internazionale. La Francia ha utilizzato tale strumento per sporgere 2.846 contro altrettanti correntisti dell’istituto, recuperando così 1,2 miliardi di euro di tasse non pagate. In un altro Paese, c’è qualcuno che ha voluto fare un uso più coraggioso della lista, forse ai limiti della deontologia professionale, pubblicando sul proprio giornale la lista dei propri connazionali. Si tratta di Kostas Vaxevanis, direttore del settimanale greco Hot Doc.

Il documento con i nomi è finito nelle mani del governo greco, sempre tramite la Francia, nel 2010, e da allora ha seguito uno strano iter, volto apparentemente a insabbiarne il contenuto. Lo racconta sul Guardian, (traduzione su Presseurop.it) lo stesso Vaxevanis, che per la pubblicazione dei 2.059 nomi è finito in carcere. «Nel 2010 Lagarde ha consegnato all’allora ministro delle finanze George Papaconstantinou una lista di cittadini greci titolari di conti bancari all’estero. Parte dei soldi erano sporchi, ovvero denaro che non poteva essere tassato o doveva essere riciclato. In una convulsa successione di eventi, Papaconstinou ha ammesso di aver perso il documento originale, ma ha dichiarato di avere comunque passato una copia al suo successore Evangelos Venizelos. Venizelos ha più volte dichiarato di averla conservata, ma non l’ha ancora mostrata. Finora nessuno ha indagato in maniera adeguata sulla lista. […] La lista Lagarde è estremamente significativa, perché dimostra che l’intero sistema del potere ha trasferito i propri soldi all’estero: editori, uomini d’affari, possessori di yacht (tra l’altro bisogna tenere presente che la lista riguarda i correntisti di una sola banca).

Nel frattempo in Grecia la gente rovista nei cassonetti in cerca di cibo. La crisi greca non è stata causata da nessuno, ma non tutti stanno pagando per la crisi. Il club esclusivo e corrotto dei potenti sta cercando di salvarsi facendo finta di sforzarsi per proteggere la Grecia. In realtà non fanno altro che esacerbare le contraddizioni del paese, mentre la Grecia oscilla sull’orlo dell’abisso. Nella bibbia i peccatori “filtrano il moscerino e ingoiano il cammello”. In Grecia i potenti peccatori filtrano le pensioni e ingoiano le liste per farle sparire. In quelle liste ci sono i nomi dei loro amici, conoscenti, favoriti e compagni di bisboccia. Nel paese che (come ci piace tanto ricordare) ha inventato la democrazia, oggi la democrazia è diventata una creatura nuova e strana. Chi comanda si assicura che il diritto di voto sia democraticamente garantito, ma nel frattempo distrugge la democrazia abusando delle prerogative che gli elettori gli hanno concesso. E la giustizia resta alla mercé della politica».

L’Italia è ancora alla ricerca di un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali depositati nelle banche elvetiche. Proprio a ridosso della vicenda greca, Reuters annuncia un’intensificazione degli incontri Italia-Svizzera per arrivare al dunque entro la fine della legislatura. Una coincidenza probabilmente fortuita e dovuta ad altri fattori, ma intanto ci chiediamo come andrebbe a finire se qualcuno provasse a indagare su quei 7mila nomi.