Il troppo tempo trascorso in luoghi chiusi potrebbe avere una correlazione con alcuni problemi di salute che non sono quelli che pensate: si parla infatti di miopia e allergie. Ne scrive il giornalista e ricercatore Vybarr Cregan-Reid sul Guardian. Il fatto che la maggioranza di chi vive in città trascorra gran parte del suo tempo in luoghi chiusi è fuori discussione. Per chi fa un lavoro d’ufficio, alle otto ore lavorative si sommano quelle trascorse in auto o mezzi pubblici, in casa, in negozi ecc. Si tratta di una tendenza non nuova in Occidente, ed è quindi difficile osservare l’impatto di questo cambiamento di abitudini sulla salute. Cregan-Reid è quindi andato a studiare il fenomeno a Singapore, dove la società e le abitudini sono cambiate in maniera molto più rapida negli ultimi decenni.
Miopia
Come rileva una ricerca di qualche anno fa, l’incidenza della miopia nei giovani da quelle parti ha percentuali davvero alte: colpisce l’85 per cento dei ragazzi. Di solito si tende a pensare che questo problema alla vista sia ereditario, il che in parte è vero, ma il fatto che nella generazione precedente la percentuale fosse solo del 30 per cento fa pensare che ci sia una forte componente lagata alle abitudini. Il problema potrebbe essere legato a una esposizione non sufficiente a una “luce di buona qualità”, che non è quella artificiale dei luoghi chiusi. Singapore è una città altamente “chiusa”, in cui gli spazi domestici sono molto ridotti e praticamente non esistono case con giardino. Inoltre è interconnessa da un sistema di tunnel sotterranei che ospitano negozi e centri commerciali. Tutto ciò contribuisce a ridurre l’esposizione dei bambini alla luce, e quindi forse allo svilupparsi della miopia.
Vitamina D
L’esposizione ai raggi solari è importante per il nostro corpo anche per la produzione di vitamina D, che solo in parte riusciamo ad assimilare attraverso la dieta. Un deficit di questa vitamina può creare problemi nell’assorbimento del calcio, fondamentale per la salute delle ossa. Anche qui, le abitudini di vita al chiuso non aiutano. E addirittura l’autore del pezzo cita casi di morti infantili per mancanza di vitamina D avvenute nel Regno Unito in tempi recenti.
Allergie
Secondo alcuni studi che mettono a confronto popolazioni rurali e moderne, sembra che la forte esposizione ad ambienti naturali riduca il rischio di allergie del 90 per cento. Alcune allergie sono poi legate all’alimentazione, e sembra che ci sia una correlazione tra il deficit di vitamina D e l’allergia alle arachidi. La raccomandazione quindi è di cercare per quanto possibile di aumentare la quantità di tempo passata all’aria aperta. Ma è anche un problema urbanistico: nello sviluppare nuove città e nuovi quartieri, sarebbe bene tenere conto che tra i bisogni della popolazione, oltre a trasporti, case e altri servizi, c’è anche la luce solare.