Il 27 luglio il Senato italiano ha respinto una modifica del regolamento che avrebbe imposto di adottare un linguaggio più inclusivo nelle comunicazioni istituzionali. La sociolinguista Vera Gheno ha commentato la notizia su Volere La Luna.
Il 27 luglio si è discusso, in Senato, di alcuni emendamenti al testo della Riforma del Regolamento del Senato a seguito della revisione costituzionale concernente la riduzione del numero dei parlamentari (Doc. II, n. 12), in particolare della proposta numero 5.0.200 [già 5.7 (testo 2)] della senatrice Maiorino di aggiungere come articolo 5 bis il seguente testo, con la rubrica Disposizioni per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo: «1. Il Consiglio di Presidenza stabilisce i criteri generali affinché nella comunicazione istituzionale e nell’attività dell’Amministrazione sia assicurato il rispetto della distinzione di genere nel linguaggio attraverso l’adozione di formule e terminologie che prevedano la presenza di ambedue i generi attraverso le relative distinzioni morfologiche, ovvero evitando l’utilizzo di un unico genere nell’identificazione di funzioni e ruoli, nel rispetto del principio della parità tra uomini e donne. […]». La proposta, votata a scrutinio segreto, ha ottenuto 152 voti favorevoli, 60 contrari e 16 astenuti, non sufficienti a raggiungere la maggioranza assoluta necessaria per approvare l’emendamento.
Prendo una delle condivisioni della notizia sui social, quella a opera del profilo verificato del Corriere della Sera, e scorro i commenti (di utenti di ogni genere), che riporto qui senza alcuna correzione al testo originale.
- Ci mancava la Presidenta del Senato
- …oggi ho l’appuntamento dal dentisto !!! Che orrore però se dobbiamo cambiare, cambiamo tutto !
- Ma perché dire “Senatora” sarebbe parità di genere?
- La parità di genere non è certo questo! Servono i fatti!
- Chi fa queste proposte, pensando che così si favoriscono i diritti delle donne, è da sottoporre a TSO
- Penso che ci siano questioni più urgenti e sopratutto importanti, che mettere una A o una O alla fine delle parole… Dai su, ragazzi, ma veramente siamo fermi a questo punto in Italia? L’inglese (una su tutte) non ha il femminile/maschile delle parole…
- Coi mega problemi, debito pubblico monster, inverno al freddo e buio , inflaziine alle stelle , son baggianate da fare? Queste?
[…]
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(Foto di Surendran MP su Unsplash)
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