Circa un mese fa, la Camera bloccava per l’ennesima volta la proposta di legge, presentata da Paola Concia (Pd), che punta ad allargare le aggravanti verso chi si rendesse colpevole di aggressione (fisica o verbale) nei confronti di omosessuali e transessuali. Mentre negli altri Paesi si sperimentano nuovi modi per superare le differenze di genere partendo dai luoghi più cruciali per la formazione dell’individuo, i banchi di scuola, noi siamo ancora impantanati in una norma che dovrebbe essere non solo approvata, ma data per scontata. Si legge infatti sulla Repubblica del 26 agosto che in California è stata appena varata una legge che impone alle scuole l’insegnamento della storia del movimento gay. Tornando in Europa, in Svezia si sperimenta da quest’anno una pedagogia che punta ad abbattere gli stereotipi di genere, e nelle favole i protagonisti sono animali, draghi, orchesse o regine, ma sempre rigorosamente omosex (iniziativa discutibile, ma in Scandinavia il modo di affrontare la questione è molto più avanzato). Sui banchi francesi invece sta per approdare, nonostante le proteste di alcune associazioni di genitori e degli ambienti ecclesiastici, un manuale di scienze che racconterà agli adolescenti che «si può essere uomini, virili al cento per cento, ma innamorarsi di un altro uomo, ed essere donne attratte da altre donne».
Secondo Barbara Mapelli, docente di Pedagogia delle differenze all’università Bicocca di Milano, «La scelta francese mi sembra giusta. È proprio tra i tredici e i quattordici anni, quando si iniziano a scoprire le pulsioni e il desiderio, che è importante poter leggere nero su bianco e in un libro ufficiale che esistono più forme d’attrazione, e non soltanto quella per una persona di sesso opposto… È una forma di legittimazione». Tra l’altro nelle nostre scuole si parla poco o niente (dipende più che altro dallo zelo degli insegnanti) di educazione sessuale in genere, di conseguenza il problema della percezione dell’omosessualità difficilmente è affrontato in maniera articolata. E purtroppo, rileva chi opera nel settore, le maggiori resistenze si trovano non tanti negli insegnanti o nelle case editrici, ma nei genitori (oltre ovviamente alla regola non scritta che invita a non inserire nei programmi argomenti che potrebbero mettere in imbarazzo il Vaticano). «Più volte mi è capitato -racconta Tullia Colombo, direttore editoriale di Giunti Scuola-, a fronte di insegnanti disponibili ad aprirsi ad argomenti delicati, di dover fronteggiare invece l’ira e la paura dei genitori. Addirittura verso i libri di narrativa. Senza contare che spesso i testi più aperti non vengono adottati proprio per paura della reazione delle famiglie, e il rischio editoriale è grande. Negli anni Settanta, negli anni Ottanta, si facevano intere collane di educazione sessuale, c’era molto più coraggio».
E pensare che centinaia di anni fa, ad Atene, l’omosessualità non era certo tra le questioni che infiammavano i grandi filosofi. Provate a leggere il dialogo tra Socrate, Alcibiade e Agatone nel “Convivio” di Platone. Un triangolo tutto al maschile, che non imbarazza nessuno al tavolo degli invitati. E questo si riversa anche nei miti, come dimenticare infatti l’amore tra Achille e Patroclo nei versi di Omero. Tornando alle mirabili gesta dei nostri parlamentari, sottoscriviamo la dichiarazione di Sergio Rovasio, Associazione radicale certi diritti: «Siamo offesi e disgustati da un Parlamento capace solo di bocciare ogni pur minima proposta su questa materia, e stupisce che i deputati che hanno cancellato questo tentativo non siano altrettanto solerti nel colmare il vuoto normativo nella direzione da essi auspicata, ovvero nella direzione dell’approvazione di una norma più generale contro i reati d’odio».
E se non ricordo male un parlamentare che votò contro motivò il “no” parlando di inopportunità di una legge ad hoc. Fosse passata -questo il ragionamento- si sarebbe avallata una discriminazione, mentre gli omosessuali sono uguali agli altri. Meglio di no quindi, facendo finta di nulla; aspettiamo che il temporale passi. Niente ombrello? Manco a parlarne: piove sui giusti e sugli ingiusti. Senza discriminazioni.