Tra le otto e le dieci del mattino, per cinque giorni su sette la sezione “Cristina Rossi” è un crocevia di volti, parole, gesti, sguardi. Talvolta assonnati, questi ultimi, perché per molti la sveglia è suonata prima del solito, e per far quadrare tutti gli impegni della giornata si è rinunciato a qualche prezioso scampolo di sonno. Lasciatecelo dire, è una visione che scalda il cuore. In quelle due ore si concentra l’essenza di questa associazione. Qualunque piega prenda le giornata, quali che siano i pensieri che ci abitano mentre siamo in via Girardi, comunque quelle due ore ci danno la speranza che un mondo migliore è possibile. Tra una brutta notizia e l’altra, nonostante i grattacapi che ogni giornata ci può presentare, viviamo quel lasso di tempo come una camera d’aria in cui pare di fluttuare, e da cui attingiamo la forza e il coraggio di affrontare il resto. Intendiamoci, tutte le attività legate alle donazioni non sono facili da gestire, e il personale ha un compito impegnativo e una grossa responsabilità. Ma chi lavora in Avis Legnano è fortunato, perché questa influenza positiva, consapevole o meno, la riceve quotidianamente.
La sensazione che si prova, quando si assiste a questo via vai quotidiano, spostando il punto di vista, è anche un’altra, e conduce verso il concetto di associazione in sé. Ogni giorno, quando la sede apre le porte, ci sono delle persone che entrano. Qualcuno arriva in ritardo, qualcun altro per un contrattempo manca l’appuntamento, ma sono casi sporadici, l’afflusso quotidiano è sempre cospicuo e generoso. Ed è questa la magia. Già, perché tutti coloro che si alzano la mattina per venire a donare lo fanno in maniera spontanea e volontaria. E testimoniano con questo semplice gesto di aver capito che vale la pena dare se stessi per l’altro. Certo, l’appuntamento è un meccanismo imprescindibile nel rapporto tra associazione e donatore, ma solo perché in questo modo si risparmiano risorse preziose. Non nostre, ma dei soci, e per questo da maneggiare con la massima cura. In questo senso abbiamo la fortuna di avere in cabina di regia un Consiglio direttivo culturalmente onesto e trasparente. Ma al di là degli accordi telefonici, dobbiamo sempre tenere presente che, un giorno, fuori dalla porta potrebbe non esserci nessuno. E se questo non accade (e ci auguriamo non accada mai, se non la domenica) è perché la visione di chi ha fondato questa associazione era giusta.
Detto ciò, vi risulterà più semplice comprendere, che siate donatori o meno, il ruolo taumaturgico delle ore di massima frenesia della sede. È così che si recuperano comportamenti drogati e depressioni della giornata. Con iniezioni di fiducia come queste, che ci danno la convinzione, la consapevolezza, che qualcosa, molto, si può fare.
E voi, donatori, cosa provate quando venite in sede? Cosa vi spinge ad alzarvi la mattina e venire a farci visita? Fin qui abbiamo espresso le nostre sensazioni e considerazioni. Siamo curiosi di sentire da voi un commento! Scrivete qui di seguito, o via mail a blog@avis-legnano.org